MILANO – Tessuti colorati con il caffè: è una delle idee innovative del colosso svedese H&M, da tempo in prima fila nella ricerca di soluzioni sostenibili per le proprie linee di abbigliamento. Scopriamo i dettagli in questo articolo a firma di Valentina Nuzzi apparso sul sito di Elle.
Avreste mai pensato che gli scarti della produzione del vino potessero trasformarsi in un paio di scarpe all’ultima moda?
O che i fondi del caffè che sorseggiamo al mattino potessero diventare un colorante naturale per tessuti?
È solo l’ultima trovata in fatto di sostenibilità del gruppo H&M, tra i più virtuosi al mondo nell’ambito della ricerca per una moda più rispettosa del pianeta secondo l’ultimo World Economic Forum di Davos, Svizzera.
Per la decima collezione della sua linea H&M Conscious, che negli anni ha sperimentato con i materiali organici più impensabili (vedi la “seta” prodotta con bucce d’arancia o la “gomma” fatta di alghe marine), il marchio svedese fondato nel 1947 ha introdotto nel suo curriculum green termini come Vegea, Renu e Circulose.
Il primo è una pelle vegana ricavata dai sottoprodotti del vino, utilizzata qui per creare morbide borse e calzature; il secondo un poliestere ottenuto interamente da vestiti usati e non da bottiglie di plastica; il terzo, un nuovo materiale ricavato al 100% da cotone e viscosa riciclati.
Alternative sostenibili attualmente confinate alle capsule collection, ma che il brand intende sviluppare ed estendere anche al resto della sua produzione.
Valentina Nuzzi