MILANO – Un evento letteralmente caloroso quello organizzato da Hausbrandt sulla terrazza del Four Seasons Hotel, il 21 giugno. Il sole ha riscaldato il pubblico attorno ai tre interlocutori dell’incontro: Fabrizio Zanetti, Presidente del Gruppo Hausbrandt e suo fratello Francesco; Pierangelo Ranieri, Marketing e comunicazione.
Sono stati quindi esplorati i nuovi orizzonti Hausbrandt, nella proposte delle birre Theresianer, tra le quali spicca soprattutto l’offerta senza glutine e l’India Pale Ale. Poi nelle novità relative ai prodotti e all’immagine della Col Sandago. Infine, la scommessa del Cold Brew in bottiglia. Una novità Rdt, ready to drink importantissima.
Fabrizio Zanetti spiega le nuove tendenze Hausbrandt
A partire proprio dal caffè, che quest’anno è stato fortemente interpretato dall’azienda nella ricetta del Cold Brew. Un’assoluta novità, su cui Hausbrandt ha voluto puntare in maniera decisiva.
Hausbrandt è la prima azienda italiana del settore ad aver investito su questo nuovo trend, mantenendo il controllo sull’intera filiera produttiva. Dal caffè da tostare, all’infusione, sino all’imbottigliamento.
La scelta particolare del Cold Brew
E’ stato un processo di scelta e selezione che è durato per circa un anno.
“Il Cold Brew è una grande sfida. Soprattutto perché in Italia si resta un po’ impermeabili a queste novità. Nel nostro Paese ci sono solo altre due aziende che lo producono, ma in modo più marginale: Pascucci e Vergnano.
Noi invece abbiamo deciso di partire dal caffè verde lavorarlo e proporre il risultato, estratto a freddo all’interno di una bottiglia. E siamo i soli anche, ad aver usato un monorigine.
Altri impiegano il biologico. La nostra scelta è frutto di una ricerca avvenuta tra il Guatemala, il Costarica, il Kenya, l’Etiopia e una nostra miscela: il Caffè Columbus, sempre una miscela 100% Arabica.
Innanzitutto si è lavorato sulla tostatura
Per valutare questo processo, ci siamo affidati a degli esperti del calibro di Francesco Sanapo e Andrej Godina. Grazie al loro supporto, siamo riusciti a determinare quale fosse il tempo più corretto di tostatura per l’uso Cold Brew.
Perché è proprio sul tempo di tostatura e poi dell’infusione, che si giocano le principali differenze.”
L’Ethiopia Sidamo
“Durante la fase più sperimentale, abbiamo svolto anche un test per capire quale fosse la soluzione più gradevole. Abbiamo analizzato quindi un panel di assaggio, sempre sottoposti a Sanapo e Godina.
Grazie alla loro esperienza, siamo giunti alla selezione di tre prodotti: l’Ethiopia Sidamo, il Gourmet Columbus, e il Costarica Prisamar.
Il test in Fiera
“Abbiamo poi portato avanti i test durante due fiere, una prova d’assaggio per i clienti. I consumatori hanno dimostrato in maggioranza, di apprezzare l’Ethopia Sidamo. E’ quello che in bottiglia risulta più gradevole.”
La scelta della bottiglia
“Abbiamo scelto questo formato perché si tratta di un prodotto pronto da bere. Fuori dai nostri confini nazionali, funziona. In Italia, c’è questo forte legame con la tazzina.
Noi abbiamo voluto tentare di aprire la strada anche dal punto di vista di come viene presentato il Cold Brew. Forzando anche un po’ quella che è la tradizionale cultura del caffè.”
La bottiglia veicola il concetto di una bevanda da bere come analcolico. «Ci rivolgiamo all’Horeca»
“Per il 98% come azienda, ci rivolgiamo specialmente all’Horeca. Quindi il nostro cliente diretto è l’intermediario e poi, il consumatore.
Noi stiamo attuando innanzitutto un’operazione piuttosto stimolante sulla nostra forza vendita. Così poi da raggiungere il cliente finale.
Pensiamo alle zone balneari, ad un consumatore armato di bicchiere di Cold Brew.”
Dove si può acquistare?
“E’ solo da maggio che è iniziata la distribuzione ufficiale. Quindi ora stiamo rifornendo i nostri punti vendita. Oppure sul nostro e-commerce.
Attualmente è distribuito il cartone da 24, ma stiamo producendo anche quello da 6.
Per quanto riguarda invece la grande distribuzione, non siamo presenti.”
Stiamo valutando anche la possibilità di un formato più piccolo, da 250. Perchè, per questo tipo di prodotto, potrebbe esser più interessante per il mercato italiano.
Puntiamo molto sul 33, per dividerlo in due bicchieri. Così come crediamo nella versatilità di questo prodotto per la mixology.
C’è un lavoro sicuramente da fare importante di comunicazione. Per Hausbrandt il Cold Brew non è solo una moda passeggera.”
Ed ecco alcune ricette Cold Brew Alcoliche
E le proposte analcoliche
di Simonetta Spissu