SIENA – A due anni di distanza dal terremoto che ha colpito duramente l’isola di Haiti, continua l’impegno del Comitato Terre di Siena per Haiti, attraverso il coordinamento di un progetto di cooperazione internazionale che ha registrato interventi di assistenza igienico-sanitaria e di supporto al tessuto socio-economico locale.
L’ultima missione si è chiusa qualche mese fa e ha coinvolto Oxfam Italia, soggetto capofila, insieme alla controparte locale, Recocas, rete di cooperative agricole del Dipartimento Sud, con il supporto organizzativo del Comitato Terre di Siena per Haiti.
Haiti colpita dal terremoto, si rialza
«Il progetto – ha spiegato ieri l’assessore alla cooperazione internazionale della Provincia di Siena, Gabriele Berni – ha interessato un’area a circa 200 km dalla capitale, Port au Prince, e si è concentrato sulla gestione dell’emergenza e sullo sviluppo di attività produttive locali, legate soprattutto all’agricoltura e, in particolare, alla coltivazione del caffè.
A questo si è aggiunto un intervento più legato al settore sanitario, con corsi di formazione rivolti a operatori del sistema sanitario locale. Un grazie particolare va a Alessio Pianigiani del Consorzio agrario e a Luca Scali dell’Asl 7 per il contributo dato al progetto con la loro professionalità.
Il nostro impegno va a avanti tutti i giorni anche quando i riflettori sono spenti e continuerà nei prossimi mesi per valorizzare quanto fatto e per raggiungere nuovi obiettivi che rendano sempre più autosufficienti i Paesi in via di sviluppo».
Gli interventi nel comparto agricolo hanno portato alla realizzazione di un centro di stoccaggio e di lavorazione del caffè, coinvolgendo le comunità rurali, le cooperative locali e le centrali cooperative nell’organizzazione delle attività legate alla coltivazione del caffè, coltivazione più importante nell’isola e possibile via di sviluppo.
I tecnici di Oxfam hanno svolto un ruolo importante nel trasferimento delle conoscenze sia tecnico agronomiche che di difesa fitosanitaria e il centro potrà consentire di compiere le prime lavorazioni del caffè utili a valorizzare il prodotto per la vendita.
«Sul fronte sanitario, la situazione è ancora estremamente precaria, con un sistema sanitario molto debole, dove si registra carenza di personale sanitario e di adeguate strutture, la mancanza di un adeguato piano sanitario, l’assenza di sistemi di rifornimento farmaci, l’assenza di sistemi di supervisione e controllo, il controllo dell’acqua e degli scarichi.