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giovedì 21 Novembre 2024
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Hag e Splendid, chiude definitivamente la fabbrica che produceva caffè

Sono 54 i lavoratori che resteranno a casa. Siglato un accordo tra la multinazionale Jde e i sindacati su una serie di buonuscite e incentivi per il ricollocamento dei lavoratori. Anche in Spagna e in Francia...

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MILANO – Una vicenda dolorosa per i lavoratori finita come da copione iniziale. La storica fabbrica di Andezeno (Torino) dove venivano torrefatti e confezionati Caffè Splendid e il decaffeinato Hag, chiuderà definitivamente. Ma erano già mesi che la produzione era sospesa e trasferita in Bulgaria. Evidentemente quello della torrefazione è un’attività rischiosa e poco redditiva dal punto di vista economico. Questo nonostante il continuo aumento, in Italia hanno superato da tempo quota mille, ben oltre la tradizionale quota di 750, di aziende che cuociono il caffè. Mentre Splendis e Hag hanno scelto la strada dell’est. Sull’argomento ha scritto il portale nuovaperiferia.it che riprendiamo .

ANDEZENO (Torino) – La fabbrica di caffè Hag e Splendid nel torinese chiude definitivamente i battenti. In questo modo la produzione si sposta negli altri stabilimenti Jde, la multinazionale olandese proprietaria dei due marchi di caffè. Gli stabilimenti sono dislocati in diverse nazioni europee. (Si è più volte parlato e mai smentito di Bulgaria; n.d.c.).

L’accordo per Hag e Splendid

L’azienda e i sindacati hanno siglato un accordo per cercare di rendere meno pesante la situazione per i 54 lavoratori dello stabilimento che perderanno il posto di lavoro. Prevista infatti una buonuscita per tutti e un supporto alla collocazione che proseguirà fino a gennaio 2020. Chi andrà in pensione nei prossimi 24 mesi sarà economicamente accompagnato.

Spostarsi in altre sedi: a Milano, in Francia e in Spagna

La multinazionale olandese proprietaria dei due marchi di caffè ha dato la possibilità ai lavoratori di spostarsi in altre sedi. Sono disponibili due posti a Milano, due in Spagna e diciannove in Francia. Resta il rammarico dei sindacati, che sono anche andati due volte al ministero, di non essere riusciti ad evitare il licenziamento. La delocalizzazione viene infatti vista dai sindacati come una sconfitta per il Paese.

 

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