Habitat sfida Nespresso e gli altri grandi nomi del caffè porzionato. La storica catena di store di arredamento creata negli anni sessanta da Sir Terence Conran, controllata oggi dal gruppo francese Cafom, si lancia nel redditizio mercato delle capsule proponendo un pacchetto chiavi in mano fondato sul sistema Lui L’espresso, nato dalla partnership tra Termozeta e Caffè Bonomi.
L’offerta
La prima opzione consiste nell’acquisto della macchina con un corredo di 480 capsule al prezzo di 159 euro. Ma la formula sulla quale intendono puntare di più i responsabili commerciali di Habitat è quella dell’abbonamento: 18 euro al mese per una fornitura di 60 capsule, a un prezzo unitario di 30 centesimi, che scende ulteriormente aumentando le quantità.
Con un abbonamento per un minimo di 24 mesi, la macchina viene fornita gratuitamente. Il caffè viene consegnato a domicilio o reso disponibile in uno store a scelta.
“Il caffè rientra in un concetto di qualità della vita – al tempo stesso di elevate aspettative, ma accessibile – che fa parte da sempre dei valori fondanti del nostro brand” sostiene un comunicato dell’azienda. Coerentemente con tale filosofia, il disegno della nuova macchina è stato messo a punto dall’ufficio design di Habitat.
Gli obiettivi
Il ceo di Habitat Hervé Giaoui punta al traguardo dei 10 mila abbonati all’anno. E intende lanciare, a partire dal 2016, formule di vendita analoghe anche per altre tipologie di prodotti.
“Le statistiche dimostrano che un abbonamento telefonico dura in media una decina d’anni – ha dichiarato Giaoui al quotidiano Les Échos – La vendita in abbonamento garantisce a un’azienda uno zoccolo duro di entrate ricorrenti. Sono persuaso che potremo arrivare un giorno ai 100 mila abbonati attivi e che le offerte di questo tipo siano destinate a moltiplicarsi nel dettaglio.”
La piattaforma
Per i pagamenti, Habitat ha scelto GoCardless, una piattaforma che fornisce servizi di addebito diretto online, già utilizzata da Financial Times e Trip-Advisor, che si caratterizza per l’interfaccia agile e i bassi costi di gestione.
