MILANO – L’export del Guatemala nel corso del 2012/13 si è mantenuto in linea con quello dell’annata precedente. Stando ai dati del più recente report di Anacafé, il secondo produttore di caffè del centro America ha esportato, nei 12 mesi trascorsi, un totale di 3.706.622 sacchi di caffè da 60 kg.
Appena lo 0,36% in meno rispetto al 2011/12. Decisivo il dato di settembre, che ha segnato una caduta del 25% circa. Gli imbarchi sono stati infatti di 243.082 sacchi, contro i 323.987 dello stesso mese dell’anno scorso.
Secondo il presidente di Anacafé Nils Leporowski, il calo produttivo causato dalla ruggine del caffè (stimato in circa il 15%) “ha costretto i produttori a liquidare le scorte per onorare i contratti con gli importatori e mantenere così le buone relazioni commerciali”.
Le esportazioni di caffè hanno generato nel corso dell’annata passata entrate in valuta per 756 milioni di dollari risultando una delle principali voci dell’export.
Tra i principali clienti del Guatemala si annoverano Stati Uniti (45%), Giappone (17%), Canada (9%), Germania e Belgio (6%), nonché l’Italia (4%).
Circa il 70% delle piantagioni del Guatemala risulta colpito dall’Hemileia vastatrix. Le situazioni più gravi si riscontrano nei dipartimenti di Guatemala, El Progreso, Santa Rosa, Jutiapa, Jalapa, Zacapa e Chiquimula.
Leporowski ha riconosciuto le difficili sfide rappresentate dall’emergenza fitosanitaria e dai bassi livelli dei prezzi internazionali riaffermando comunque la determinazione del comparto a proseguire nel programma di rinnovo delle piantagioni, per “poter continuare a produrre uno dei migliori caffè del mondo”.
Un segnale importante è giunto di recente dal governo centrale, che ha potenziato il Fondo fiduciario di sostegno finanziario prorogandolo sino al 2026.