MILANO – Non tutti ricordano che, tra le fonti naturali di caffeina, ci sono anche guaranà e matè: due piante che possono aiutarci a ritrovare le energie. Il Matè detto anche tè paraguayense contiene nelle sue foglie caffeina allo 0,2-2% e altri principi grazie ai quali i nativi sudamericani ne facevano uso per le sue proprietà stimolanti. Svolge un’ azione tonica a livello del sistema nervoso centrale ma attenzione un suo consumo abituale provoca dipendenza e assuefazione e può causare da irritabilità, palpitazioni e tachicardia. Tende anche a calmare l’appetito e dare senso di sazietà.
Per la preparazione del mate bisogna avere a disposizione:
– un mate o porongo, ovvero un apposito recipiente realizzato con una zucca, oppure in legno, oppure in metallo, che viene usato sia per preparare l’infuso, sia per berlo.
– una bombilla, cioè una specie di cannuccia di metallo (o, raramente, di canna), che da un lato ha l’imboccatura e dal lato opposto un filtro per impedire alle foglie di erba mate di entrare nella cannuccia stessa.
Il filtro può essere costituito semplicemente da una chiusura tondeggiante e bucherellata;
– l’erba mate;
– un recipiente dove scaldare l’acqua;
– un contenitore termico per mantenere calda l’acqua per tutta la durata della mateada (cioè la bevuta di mate).
Il Guaranà invece contiene guaranina dal 3 al 7% e quantità inferiori di teobromina, teofilina e polifenoli
Simile alla caffeina svolge un’azione tonico-stimolante con il vantaggio di non dare assuefazione. Allevia la stanchezza, depressione, affaticamento e aiuta a combattere lo stress. Da ricordare che l’uso è sconsigliato a chi soffre di insonnia, ipertensione e gastrite o problemi cardiovascolari.