domenica 22 Dicembre 2024
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GTTC – Nuove prospettive: verso il Gruppo Italiano Torrefattori Caffè

Passi avanti sul fronte “espresso bene immateriale Unesco”

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di Susanna de Mottoni*

Mentre prosegue l’iter verso la certificazione dell’Unesco, il Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè (nella FOTO il presidente Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato) si ferma a riflettere sulla propria identità e sul proprio nome. Di questo e molto altro si è discusso nel corso delle Assemblee rispettivamente del Consorzio Torrefattori delle Tre Venezie, del Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè e del Consorzio di Tutela dell’Espresso tradizionale Italiano che si sono svolti il 23 febbraio a Palazzo Giacomelli, Treviso.

Ad aprire la giornata, il Consorzio Torrefattori delle Tre Venezie, con la conferma del direttivo ancora per un anno.

È nel corso dell’Assemblea del GTTC che il dibattito è entrato, però, nel vivo, prima con uno scambio di opinioni sulle prospettive dei prezzi e del mercato del caffè e poi, soprattutto, analizzando lo stravolgimento che il sistema nazionale di rappresentanza del settore ha vissuto negli ultimi mesi.

Sciolti l’Associazione Italiana Torrefattori e il Comitato Italiano Caffè, la sezione caffè dell’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari – AIIPA si è ribattezzata “Comitato Italiano del Caffè”.

In che modo il GTTC si rapporterà con questa nuova realtà sarà compito del Consiglio Direttivo definirlo, a tal proposito delegato dall’Assemblea. È stata condivisa, infatti, la volontà di creare una relazione che consenta uno scambio di informazioni, ma si attende di conoscere l’indirizzo che prenderà il neo-costituito comitato per definire e formalizzare il rapporto: “Non appena avremmo informazioni precise e definite, verrà analizzata e valutata la forma di collaborazione” sintetizza il presidente Giorgio Caballini di Sassoferrato.

In un contesto caratterizzato da così radicali cambiamenti, il GTTC si conferma un punto di riferimento saldo per i suoi associati, forte dei 60 anni di attività festeggiati proprio quest’anno. 242 membri, di cui 47 soci ordinari con sede nel Triveneto e ben 151 sostenitori in tutta Italia. Una composizione che mostra chiaramente quanto la valenza del Gruppo si spinga oltre i confini del Nord-est.

E allora, perché non prenderne atto e superare il vincolo territoriale racchiuso nel nome? Perché non cambiarlo in Gruppo Italiano Torrefattori Caffè? Questa la proposta del presidente Caballini alla sua Assemblea: “Abbiamo appena festeggiato i 60 anni del GTTC e l’idea di cambiare nome forse potrebbe risultar stonata. Ma l’intenzione è quella di far capire ai soci sostenitori, tre volte più numerosi degli ordinari, che siamo con loro. Vorrebbe dire assumere un’immagine nazionale e non più locale, che nei fatti già abbiamo. Proprio ora che l’AIT e il CIC non ci sono più, dovremmo dar maggior peso alla nostra realtà e controbilanciare quello di un’ulteriore nuova che si è appena creata”.

Il riferimento è all’Associazione Italiana Caffè costituitasi a metà febbraio 2015 di cui il suo presidente, Alessandro Polojac, presente in sala ha spiegato la genesi: una rimodulazione dell’ex Federazione Caffè Verde pensata per colmare il vuoto di rappresentanza che si era appena creato. In merito alla possibilità di divenire Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, c’è chi ha espresso il timore che farlo ora avrebbe potuto essere interpretato come una presa di posizione contro il nuovo Comitato-AIIPA, chi invece ne ha sottolineato l’ottimo tempismo per accogliere nuovi membri fuoriusciti dai sodalizi sciolti.

Da più voci è stata evidenziata la composizione già nazionale del Gruppo, con l’esigenza, in caso, di cambiare parallelamente al nome anche lo Statuto affinché “soci ordinari” possano diventarlo aziende con sede in tutta Italia. In conclusione, l’Assemblea, pur con un risultato risicato, si è espressa per il cambio di nome a cui però sarà affiancata la creazione di un gruppo di lavoro che studi una corrispettiva revisione dello statuto.

Il Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè diventa Gruppo Italiano Torrefattori Caffè. Passi avanti anche sul fronte Unesco. Il Consorzio accoglie due nuovi soci, Nuova Simonelli e Mokamo.

Ha brevettato il proprio marchio a livello europeo e deliberato per estenderlo anche in altri importanti mercati stranieri tra cui Cina, Russia, India, Australia, USA e Giappone.

Ma le novità giungono anche direttamente dai due tecnici, Luca Fabbri e il professor Laureano, che stanno seguendo la pratica della candidatura. Già il 30 aprile sarà presentata una prima bozza con lo scheletro della domanda, che di fatto è in realtà un’ampia relazione, da presentare all’Unesco.

La tabella di marcia prevede poi alcuni mesi di tempo affinché i consorziati abbiano modo di studiarla e proporre eventuali integrazioni e modifiche, per giungere a settembre-ottobre a un testo definitivo, da far pervenire all’Unesco necessariamente entro la fine dell’anno. Il caffè espresso italiano tradizionale potrà rientrare tra i beni immateriali dell’Unesco in quanto “tradizione”, “consuetudine sociale”, “artigianato tradizionale”, queste le categorie previste in cui è stato proposto di classificarlo.

Rilevante anche la scelta di specificare come ente “richiedente” il Consorzio: in tal modo l’Unesco si rivolgerà a questa realtà e non ad altre anche in futuro quando si tratterà di tutelare il marchio.

Infine è stata evidenziata l’opportunità di portare il progetto all’attenzione del Ministero, più precisamente sia a quello dell’Agricoltura che a quello dello Sviluppo Economico, con il primo che ha già dimostrato interesse e disponibilità. Il caffè espresso italiano tradizionale prosegue il suo cammino.

*Direttore del Notiziario mensile del Gruppo triveneto Torrefattori caffè

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