domenica 22 Dicembre 2024
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Gruppo Lavazza: ’16 anno record con le acquisizioni Carte Noire e Merrild

- Ricavi nel 2016 pari a €1,9 miliardi (+29% rispetto al 2015) - EBIT pari a €61,7 milioni (+34,1%) - Il 60,3% dei ricavi proveniente dai mercati esteri (52,8% nel 2015) - Al sesto posto nella classifica mondiale dei torrefattori - Entro tre anni fatturato a 2,2 miliardi

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LAVÉRUNE (Francia) – Il Gruppo Lavazza ha presentato nella fabbrica ristrutturata di Carte Noire, la consociata d’Oltralpe, i risultati al 31 dicembre 2016, quasi due miliardi, dopo l’approvazione del Bilancio di esercizio e del Bilancio Consolidato da parte del Consiglio di Amministrazione.

I ricavi consolidati, secondo gli Italian GAAP e con 10 mesi di contributo di Carte Noire, sono stati pari a €1,9 miliardi, in crescita del 29% rispetto all’anno precedente.

Questo incremento è legato per il 4% a una crescita organica, nettamente superiore a quella media del mercato che si è attestata sul 2%.

Una forte accelerazione è inoltre arrivata dalle acquisizioni che, oltre a Carte Noire, negli ultimi due anni hanno portato nel perimetro Lavazza anche Merrild in Danimarca e la nuova controllata Lavazza Australia.

Cresce a ritmo sostenuto anche il valore dei mercati esteri per il Gruppo, arrivato al 60,3% del fatturato (dal 52,8% dell’esercizio 2015) grazie, in particolare, al contributo della Francia.

Il Paese da cui partì l’espansione internazionale di Lavazza nel 1982 rappresenta oggi, a seguito dell’acquisizione di Carte Noire, il secondo Paese dopo l’Italia con un polo da 500 dipendenti e un fatturato che nel 2016 rappresenta il 20% del totale del Gruppo.

“Il 2016 è stato un anno straordinario per Lavazza. Con l’acquisizione di Carte Noire abbiamo avviato un percorso di sviluppo internazionale del Gruppo finalizzato a rafforzare la nostra indipendenza e competitività a livello globale,” ha detto Antonio Baravalle, Amministratore Delegato di Lavazza (nella foto sotto il titolo).

“I risultati confermano il pieno successo dell’integrazione tra le due realtà che nasce dalla comunanza di valori, dalla condivisione delle eccellenze e da una forte complementarietà tra mercato retail e consumo fuori casa”.

Aggiungendo: “Nel 2017 vogliamo continuare il percorso intrapreso impegnandoci per un’integrazione perfetta, al fine di diventare uno tra i più importanti player mondiali del caffè mantenendo le nostre caratteristiche di Produttore Premium Italiano. Con una capacità di crescita organica maggiore del mercato prevediamo di raggiungere i €2,2 miliardi di fatturato nel 2020.”

Il risultato operativo (EBIT) è stato pari a €61,7 milioni, in aumento del 34,1% rispetto ai €46 milioni dell’esercizio precedente.

In termini di incidenza percentuale sulle vendite il margine rimane
sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente.

A parità di perimetro l’Ebit 2016 presenta una crescita di oltre il 54% rispetto all’anno precedente.

L’utile del 2016, pari a €82,2 milioni, non è comparabile con il risultato 2015 che usufruì di una plusvalenza di €822,8 milioni generata dalla cessione della partecipazione in Keurig Green Mountain (poi acquistata da Jab per 14 miliardi di dollari)

La posizione finanziaria netta si è attestata sui €687,5 milioni (€1.351,0 milioni nel 2015).

Sul mercato italiano, nonostante i consumi di caffè abbiano fatto registrare un decremento per il terzo anno consecutivo, Lavazza ha mantenuto la sua posizione di leadership incrementando la sua quota a valore che si attesta al 41%.

In particolare, il nuovo portafoglio prodotti e una chiara strategia di segmentazione dell’offerta per le varie tipologie di clientela hanno consentito di veicolare sul mercato importanti novità in linea con i trend di consumo attualmente in atto sia in Italia che nello scenario internazionale.

Con l’acquisizione di Carte Noire, lo stabilimento francese di Lavérune è entrato nel perimetro del sistema industriale del Gruppo Lavazza e costituisce oggi, con Settimo Torinese (Torino) e Gattinara (Novara) in Italia, uno dei poli nei quali vengono realizzati tutti i prodotti del Gruppo Lavazza.

Grazie ad un investimento da 16 milioni di euro è stato riconfigurato tutto l’impianto, rendendolo più moderno e aperto a sviluppi futuri con linee produttive hi-tech.

“Siamo un’azienda che ama parlare del suo ‘heritage’, ma che ha anche una visione rivolta al futuro e una passione per l’eccellenza che ci hanno consentito di integrarci con Carte Noire e Merrild in tempo record” – ha commentato Marco Lavazza, vice presidente di Lavazza.

“Intendendo l’acquisizione come un arricchimento, un’opportunità a due vie, dove ciascuno completa l’altro e gli apre nuove prospettive, abbiamo condiviso percorsi di innovazione e tecnologia e abbiamo investito sulle persone e sui processi al fine di rendere l’integrazione rapida, efficiente e soddisfacente per tutti.”

Nella fotografia da sinistra il vicepresidente Giuseppe Lavazza, l’amministratore delegato Antonio Baravalle e l’altro vicepresidente Marco Lavazza

Inutile chiedere dei possibili obiettivi di Lavazza. Tuttavia Baravalle ha sottolineato la crescita dei segmenti di mercato del bio e del fair trade che negli Stati Uniti valgono il 2% e il 10% in Canada. E tra gli obiettivi potrebbe esserci un’azienda del biologico del Nord America.

Parlando a nome della famiglia il vicepresidente Giuseppe Lavazza ha voluto scherozamente rassicurare i francesi che “nulla verrà cambiato nel loro caffè preferito”.

Giuseppe Lavazza ha parlato di “integrazione rispettosa delle differenti esigenze del pubblico” e ha aggiunto “la condizione per mantenere l’autonomia del gruppo è quella di rispettare le differenze tra i brand”.

Il direttore generale di Carte Noire, Vincent Flouquet ha ringraziato “la famiglia Lavazza per il modo con cui è stata effettuata l’integrazione” ricordando che “tutti i dipendenti entrati nel nuovo gruppo lo hanno fatto in modo volontario”.

Carte Noire è uno spin off dal gruppo Mondelez.

Di nuovo, anche alla presentazione del bilancio, è stato detto che nei progetti della Lavazza per ora non c’è la quotazione in Borsa, mentre c’è sicuramente la voglia di fare altre acquisizioni: in cassa la società ha quasi 700 milioni di euro con un potenziale di circa 2 miliardi da attivare con bond e finanziamenti.

“Non volevamo rimanere nel guado” ha detto ancora Baravalle “e dobbiamo arrivare a circa 2,2 miliardi di euro di fatturato nel giro di tre anni, di cui il 70% all’estero, per avere una dimensione adeguata”.

Un obiettivo che può essere raggiunto con la crescita organica, ma soprattutto comprando imprese in giro per il mondo.

La scheda sintetica della società

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da
quattro generazioni.

Al sesto posto nella classifica dei torrefattori mondiali, il Gruppo è oggi presente in oltre 90 Paesi attraverso consociate e distributori, esportando il 60% della sua produzione.

Lavazza impiega complessivamente – dopo l’acquisizione di Carte Noire – circa 3 mila persone, con un fatturato di 1,9 miliardi di euro nel 2016.

Lavazza ha inventato, proprio alle sue origini, il concetto di miscela, ovvero l’arte di combinare diverse tipologie e origini
geografiche del caffè, caratteristica che ancora oggi contraddistingue la maggior parte dei suoi prodotti.

L’azienda conta inoltre 25 anni di tradizione nel settore della produzione e della commercializzazione di sistemi e prodotti per il caffè porzionato, imponendosi come prima realtà italiana  a lavorare sui sistemi a capsula espresso.

Lavazza è presente in tutti i business: a casa, fuori casa e in ufficio, puntando sempre all’innovazione su tecnologie e
sistemi di consumo.

L’internazionalizzazione della marca

Lavazza ha saputo sviluppare la propria brand awareness attraverso importanti partnership perfettamente coerenti con la strategia di internazionalizzazione della marca: come quelle, nel mondo dello sport, con i tornei tennistici del Grande Slam e – nel campo dell’arte e e della cultura – con prestigiosi Musei quali il Guggenheim Museum di New York negli USA e i Musei Civici Veneziani.

 

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