Gruppo Argenta ha deciso di richiedere l’ammortizzatore sociale senza un accordo sindacale. La Filcams (Federazione italiana lavoratori commercio alberghi mense servizi), la Fisascat (Federazione italiana sindacati addetti servizi commerciali, affini e del turismo) e la Uiltucs (sindacato di categoria della UIL che rappresenta i lavoratori del terziario, turismo, commercio e servizi) sono stati costretti a proclamare uno stato di agitazione. Riportiamo si seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su La Collettiva, il portale della Cgil.
Gruppo Argenta richiede l’ammortizzatore sociale senza accordo sindacale
PESCHIERA BORROMEO (Milano) – Gruppo Argenta, la storica azienda di distribuzione di snack e bevande con macchinette automatiche, ha chiesto l’ammortizzatore sociale senza accordo sindacale, aggravando la già complessa situazione lavorativa dei propri addetti.
“L’azienda ha scelto, al momento, di abbandonare la strada del dialogo e della condivisione, richiedendo l’ammortizzatore sociale, nonostante il mancato accordo in sede ministeriale”, scrivono Filcams, Fisascat, Uiltucs, che aggiungono: “È per questo che siamo a proclamare uno stato di agitazione su tutto il territorio nazionale, con il relativo blocco di ogni flessibilità richiesta”.
In un incontro del 20 luglio scorso, il gruppo Argenta aveva chiesto l’attivazione dell’ammortizzatore sociale nella misura del 13% medio su tutto il territorio nazionale, e già in quell’occasione, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs avevano esposto le motivazioni per le quali tale richiesta sarebbe stata inopportuna e non attuabile: “Utilizzo massiccio di aziende terze per lo svolgimento di varie lavorazioni, carichi di lavoro ormai divenuti insostenibili, fuoriuscite volontarie dovute presumibilmente ai suddetti carichi di lavoro, che hanno portato ulteriori disagi nell’operatività quotidiana. La situazione è davvero pesante per le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Argenta sempre più provati da una carente organizzazione del lavoro sono le motivazioni di contrarietà espresse.”
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