TORINO – Grezzo raw chocolate, nota pasticceria e cioccolateria crudista, presente anche a Roma e Milano, chiude il negozio in via Amendola, dopo 3 anni di attività a Torino, a causa del Covid-19.
Lo stop prolungato di tre mesi, una ripresa che stenta ad arrivare, oltre all’apertura di Starbucks a pochi metri di distanza, hanno sferrato un duro colpo all’azienda. Tanto da costringerla alla decisione di chiudere definitivamente.
Grezzo raw chocolate abbassa le serrande
I torinesi perdono un punto di riferimento per la ricercatezza e la qualità della sua offerta. I prodotti di Grezzo, esclusivamente biologici, senza glutine, vegetali e ottenuti con lavorazioni a crudo, sono stati per tutti una piacevole e golosa scoperta e per molti l’unica opzione nel mondo dei dolci.
L’azienda ha, infatti, sempre dimostrato una grande attenzione alla qualità dell’offerta di prodotti sani e di ottimo gusto, ma anche alla sostenibilità ambientale del suo locale torinese. Materiali ecologici come il pavimento di ceramica riciclata o i tavoli in compost di carta riciclata. Così come l’illuminazione realizzata da artigiani italiani e l’uso esclusivo di consumabili da materiali riciclati e compostabili, hanno reso il locale apprezzato da molti.
L’amministratore della società, Nicola Salvi, ha dichiarato:
“E’ la prima volta che mi trovo di fronte ad una decisione così dolorosa. E’ difficilissimo chiudere un locale che, nato dal desiderio di ampliare l’orizzonte della pasticceria, è stato molto impegnativo, in termini di energie progettuali, di investimento, di aspettative. Il gruppo Grezzo raw chocolate ha compiuto un notevole sforzo progettuale e economico nell’investimento su Torino, realizzando un locale di elevata qualità e con scelta di arredi e materiali all’insegna della sostenibilità.
Tuttavia l’apertura nello scorso ottobre di Starbucks ha iniziato a metterci in difficoltà. E poi l’arrivo del Covid, che già da febbraio ha fatto crollare il fatturato, ci ha costretti a prendere una decisione estrema. Cercheremo di fare il possibile per tutelare i dipendenti e per limitare i loro disagi.”
La chiusura prolungata delle attività, il successivo regime di restrizione agli spostamenti, il ricorso allo smart working negli uffici pubblici e privati; l’assenza di turismo, l’incapacità psicologica nel ritrovare una normalità nelle abitudini di consumo, stanno mettendo in seria difficoltà molte attività commerciali e artigianali nel centro della città. Che, anche se riaperte, stanno ottenendo risultati molto inferiori rispetto allo stesso periodo del 2019, tali da metterne a repentaglio la stessa sopravvivenza.