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venerdì 22 Novembre 2024
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Green Mountain, crolla il titolo in borsa dopo il ridimensionamento della guidance

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MILANO – Giovedì nero, la settimana scorsa, per Green Mountain Coffee Roasters. Il titolo della dinamica compagnia di Waterbury (Vermont), quotato al Nasdaq, ha toccato i minimi degli ultimi 2 anni perdendo in una sola seduta quasi la metà della sua capitalizzazione di mercato. Il repentino ripiegamento ha colto alla sprovvista analisti e operatori, che non si aspettavano un crollo di queste proporzioni.

Green Mountain Coffee Roasters scivolata in borsa

A causare il tonfo, l’annuncio di un abbassamento della guidance per l’esercizio in corso, ma anche la crescente concorrenza nel mercato americano del caffè porzionato, cui si aggiunge la scadenza ormai prossima dei brevetti relativi al sistema Keurig. La performance negativa vale a Gmcr la maglia nera tra tutte le midcap (società con una capitalizzazione compresa tra i 2 e i 10 miliardi di dollari).

È stata comunque una giornata difficile per i titoli di numerose mid e smallcap, molte delle quali costrette anch’esse a rivedere al ribasso le proprie previsioni di crescita, a fronte di una situazione economica ancora incerta, con segnali sicuramente positivi (massimo calo delle domande settimanali per i sussidi di disoccupazione da un anno a questa parte), ma cifre tuttora deboli per altre voci quali, ad esempio, le assunzioni nel settore dei servizi.

Deludente anche il dato sui payroll dei settori non agricoli per il mese di aprile, che ha evidenziato il dato più basso degli ultimi 6 mesi contribuendo a far scendere il petrolio, per la prima volta da febbraio, sotto i 100 dollari barile. Gmcr prevede ora un utile netto per azione per l’esercizio 2012 di 2,40-2,50 dollari, a fronte di un fatturato di 3,8-4 miliardi, contro una precedente previsione di 2,55-2,65 centesimi per un fatturato di 4,24-4,37 miliardi. Il consensus degli analisti era a 2,65 centesimi e 4,27 miliardi.

Ridimensionata anche la guidance per il trimestre in corso, che è stata portata a 48-53 centesimi per azione e 881-897 milioni

Rispetto alle previsioni degli analisti di 71 centesimi e 1,05 miliardi. Il tutto comunque a fronte di un miglioramento dei conti a consuntivo del trimestre trascorso, che evidenziano un fatturato netto in crescita del 37% sull’anno a 885,1 milioni di dollari.

Risultati – è importante sottolinearlo – tuttora ampiamente positivi offuscati, però, dall’annuncio, da parte del ceo Larry Blanford, di una traiettoria di crescita più moderata per quanto riguarda le macchine Keurig e i serving K-Cup. Va detto che Green Mountain ha attraversato sin qui un anno piuttosto difficile. Le sue quotazioni hanno subito una battuta d’arresto due mesi fa, successivamente all’annuncio da parte di Starbucks del lancio del suo nuovo sistema a capsule Verismo. E avevano già segnato il passo lo scorso ottobre, dopo che l’analista David Einhorn (famoso per avere denunciato la situazione di Lehman Brothers poco prima del crollo) aveva accusato la compagnia di scarsa trasparenza finanziaria e spese eccessive.

Più in generale, gli analisti contestano l’affidabilità delle previsioni di crescita della compagnia, che ha mancato gli obiettivi previsti dalla guidance in 2 degli ultimi 3 trimestri. Non va infine dimenticata l’indagine pendente della Sec (U.S. Securities and Exchange Commission) relativa alle pratiche contabili di Gmcr. A ciò si aggiunge la già citata scadenza dei brevetti sulle K-Cup nel prossimo autunno. A detta degli esperti, la liberalizzazione e la conseguente concorrenza aperta sui serving costringerà l’azienda a rivedere la propria politica dei prezzi e a spendere di più in promozione, con una conseguente compressione degli utili. Oppure a riposizionarsi sul mercato come Gmcr ha già parzialmente iniziato a fare con l’annuncio, lo scorso febbraio, del lancio della nuova (e ben più costosa) macchina Vue, che utilizza serving dedicati, diversi dalle K-Cup, e offre vaste possibilità di personalizzazione delle bevande erogate.

Il giocattolo si è dunque rotto? Non la pensano così tutti gli analisti. “La crescita sottostante rimane forte – ha dichiarato in un’intervista Mitchell Pinheiro (Janney Capital Markets) reiterando un rating di buy – Keurig è tuttora dominante nel segmento del porzionato e non prevediamo cambiamenti nel suo posizionamento strategico, nella redditività e nella quota potenziale di mercato”. Ma alcuni dati contabili e di bilancio lasciano perplessi. A cominciare da quelli annunciati lo scorso anno per le spese per investimenti relative alle nuove infrastrutture produttive. Senza contare il valore delle scorte, pressoché raddoppiato rispetto a un anno fa. Un incremento attribuito ai più elevati costi del caffè, ma anche alle maggiori giacenze di magazzino, dovute principalmente alle macchine Keurig rimaste invendute.

“Green Mountain è il classico caso di un titolo che subisce un forte ridimensionamento in borsa a causa di una crescita che, pur rilevante, risulta inferiore alle aspettative” ha dichiarato Eric Hanson, presidente di Hanson & Doremus Investment Management” aggiungendo che la sua società ha tagliato la sua partecipazione in Gmcr dopo il report di Einhorn e riconsidererà eventualmente nuovi investimenti nel titolo dell’azienda di Waterbury solo in futuro.

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