MILANO – Il fast food come luogo sociale della periferia, punto d’incontro tra casermoni mai finiti, simbolo di resistenza alla povertà economica. L’hanno pensata così Alfredo Brillembourg e Hubert Klumpner di Urban Think Thank di Zurigo e Justin McGuirk nell’ideare Gran Horizonte, un ristorante che immagini pieno di odori di empanadas e churros oltre che di colori, con le insegne al neon che attirano i passanti e la tv sempre accesa.
Gran Horizonte, un luogo del cuore per la comunità
Il lavoro ha vinto il Leone d’oro per il miglior progetto alla Biennale Architettura in corso a Venezia fino a novembre. E oggi, nei saloni antichi delle Corderie questo ristorante temporaneo sfama i visitatori creando un vivace spazio sociale venezuelano anche da noi. È un pezzo di Caracas, del Sud economico, ma è anche common ground, il tema della Biennale curata da David Chipperfield.
Il cibo funge da livellatore sociale: condividere un pasto è il modo più conviviale di scambiare idee. Il progetto attinge alle estese ricerche compiute dallo studio svizzero sulla Torre Confinanzas, chiamata Torre de David. È un grattacielo incompiuto di quarantacinque piani, costruito come sede di una banca a Caracas negli anni Novanta, occupato abusivamente da anni, diventato una specie di «favela verticale» popolata da una comunità piena di vita e contenente ristoranti e negozi improvvisati.
Qui la Torre de David si erge a simbolo del fallimento del neoliberismo e del self-empowerment dei poveri. Con i suoi magnifici difetti, rappresenta un’opportunità di riconsiderare in che modo creiamo e promuoviamo le comunità urbane. La replica di un ristorante immaginario è una sorta di simbolo dell’autodeterminazione e serve anche alle Corderie da punto d’incontro per i visitatori, che in questo locale possono mangiare, bere e, in generale, avere un assaggio di America del Sud.
L’ambiente è creato con materiali adeguatamente umili, con una cucina funzionante e un autentico menu venezuelano
Fa parte di questo allestimento una serie di fotografie della Torre de David scattate da Iwan Baan. Come in tutte le rivendite ambulanti di cibo e in tutti i ristoranti economici dell’America latina, negli angoli della sala c’è uno schermo televisivo. I televisori trasmettono una serie di cortometraggi sulla torre realizzati da Urban-Think Tank. Tra questi ci sono le riprese di una riunione di comunità in cui gli abitanti discutono della loro occupazione facendola rientrare in una tradizione di beni comuni risalente a prima dell’arrivo dei conquistadores. Il ristorante, chiamato Gran Horizonte, porta il nome di un vero locale di Caracas. Questo «grande orizzonte» è anche un riferimento al Sud del mondo che guarda sempre a un equatore politico, oltre il quale si trova il Nord economico.