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mercoledì 16 Aprile 2025
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Gran Caffé Gambrinus di Napoli: quasi conclusi i lavori di restauro della Sala degli specchi

Arturo Sergio, socio fondatore della Gambrinus S.r.l., come riportato da Il Mattino: "Mio padre ha sempre sognato di restituire a questi luoghi lo splendore che ebbero a cavallo tra l’ottocento e il secolo scorso. Il fascismo ne aveva segnato una brusca frenata, chiudendo il locale perché ritenuto un luogo di incontro di oppositori del regime e quando la mia famiglia ha cominciato l’avventura della gestione era un bar di dimensioni assai ridotte rispetto a quelle di cui oggi possono godere i napoletani e i turisti"

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I lavori di restauro della Sala degli specchi del Gran Caffè Gambrinus sono quasi giunti alla conclusione. Arturo Sergio e il fratello Antonio, che portano avanti il lavoro avviato dal padre Michele, contano di poter aprire al più presto lo spazio al pubblico. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Mattia Bufi per il quotidiano Il Mattino.

La Sala degli specchi del Gran Caffè Gambrinus

NAPOLI – Il Gambrinus recupera gli antichi spazi e torna alla dimensione originaria del 1890, quando fu ristrutturato dopo la fondazione avvenuta trent’anni prima. Sono ancora in corso, ma volgono al termine, i lavori di restauro della Sala degli Specchi e di tutta quella parte del locale che dà su via Chiaia, dove negli anni scorsi hanno avuto sede prima gli uffici di un istituto bancario e poi negozi di abbigliamento.

Arturo Sergio e il fratello Antonio, che portano avanti il lavoro avviato dal padre Michele intorno alla metà degli anni 70, contano di poter aprire al più presto alla clientela il nuovo spazio per il quale hanno già ideato un utilizzo dedicato prevalentemente agli incontri artistici e culturali che al Gambrinus rappresentano ormai una prestigiosa tradizione.

“Mio padre ha sempre sognato di restituire a questi luoghi lo splendore che ebbero a cavallo tra l’ottocento e il secolo scorso – dice Arturo Sergio come riportato da Il Mattino. Il fascismo ne aveva segnato una brusca frenata, chiudendo il locale perché ritenuto un luogo di incontro di oppositori del regime e quando la mia famiglia ha cominciato l’avventura della gestione era un bar di dimensioni assai ridotte rispetto a quelle di cui oggi possono godere i napoletani e i turisti”.

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