giovedì 26 Dicembre 2024
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Gran Bretagna alza lo stipendio necessario per il permesso di permanenza: a rischio tutte le professioni nella ristorazione

E' una batosta anche per i giovani italiani che andavano nel Regno Unito e si trovavano occupazione nella ristorazione o nella sanità ottenendo comunque salari più alti di quelli che avevano nel nostro Paese. Ora però il mito del cameriere o dell'infermiere italiano a Londra rischia di scomparire

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La Gran Bretagna è alla ricerca di esclusivi lavoratori qualificati. Il governo conservatore del premier Rishi Sunak, a caccia di un recupero di consensi elettorali in vista delle prossime elezioni, ha varato un pacchetto di provvedimenti contro l’immigrazione a tutela dei posti di lavoro per i britannici.

Per ottenere il permesso di lavoro sarà ora necessario ottenere uno stipendio minimo di 38.700 sterline annue (45.000 euro circa), contro le 26.200 di sterline (30.550 euro). Ciò mette a rischio professioni nella ristorazione e nella sanità. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale del Tgcom24.

La legge anti immigrazione della Gran Bretagna

LONDRA – Entrata in vigore in Gran Bretagna la legge anti immigrazione voluta dal premier Rishi Sunak: per avere il permesso di lavoro sarà ora necessario ottenere uno stipendio minimo di 38.700 sterline annue (45.000 euro circa), in precedenza ne bastavano 26.200 di sterline.

E’ una batosta anche per i giovani italiani che andavano nel Regno Unito e si trovavano occupazione nella ristorazione o nella sanità ottenendo comunque salari più alti di quelli che avevano nel nostro Paese. Ora però il mito del cameriere o dell’infermiere italiano a Londra rischia di scomparire.

Si tratta di una stretta largamente preannunciata e focalizzata in particolare sugli ingressi dei migranti legali autorizzati a entrare nel Paese come “lavoratori qualificati”. Tutto è basato sul salario, il salario per ottenere il visto lavorativo passa da 26.200 a 38.700 sterline annue (45.000 euro circa).

Questa la soglia minima del contratto richiesto per concedere un visto lavorativo a stranieri chiamati a ricoprire ruoli e mansioni in settori economici spesso flagellati da grave carenza di forza lavoro nel Regno. La nuova normativa vieta inoltre il riavvicinamento familiare ai dipendenti esteri impiegati nella sanità britannica (Nhs) o nell’assistenza agli anziani.

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