MILANO – La gomma da masticare è un prodotto molto da “giovani”, che la masticano continuamente, anche dando spesso fastidio. Ebbene, potrà stupire pensare che il chewing gum è avanti con l’età: dalla sua nascita, il 28 dicembre 1869, sono passati infatti ben 150 anni. Quando il dentista William Sample ha inventato questa caramella masticabile all’infinito, dentro il suo laboratorio nell’Ohio. Nafta, alcol e altri materiali tra cui le radici di liquirizia, ed ecco creato il composto magico. Il quale esiste anche nella sua variante alla caffeina, in vendita persino nei bar. Leggiamo la notizia dal sito ilfoglio.it, di Maurizio Stefanini.
Gomma da masticare: ancora un po’ di storia
Il chewing gum, come fu chiamato, iniziò però a essere venduto solo due anni più tardi. Il prodotto si diffuse, fu migliorato con l’arricchimento di nuovi gusti. E nel 1928 Walter Diemer ebbe l’idea di un tipo di gomma che poteva formare piccole bolle d’aria e trasformarsi in palloncino.
Era il bubble gum, che i soldati statunitensi avevano nelle loro razioni K durante la Seconda guerra mondiale. Era stato riempito di caffeina, per tenere su i combattenti durante le battaglie. Secondo i medici, teneva pulito l’apparato orale anche in assenza di dentifricio e aiutava a distendersi. Quattro erano i gusti: menta, cannella, menta piperita e pepsina.
Per gli europei divenne un simbolo della liberazione dal nazismo, un po’ come il boogie-woogie, la Coca-Cola o i film di Hollywood
Ma soprattutto fu un potente simbolo dell’America. I fratelli Ambrogio e Egidio Perfetti, creatori nel 1946 di quel Dolcificio Lombardo che fabbricava caramelle, liquirizie e confetti a Lainate vicino a Milano, quando nel 1956 lanciarono un chewing gum autarchico che conquistò i mercati gli diedero comunque il simbolo del ponte di Brooklyn. La famosa “gomma del ponte” dei Caroselli.
Alla gomma da masticare si è pensato come uno dei primi obiettivi di rappresaglia, nel momento in cui anche contro l’Ue Trump ha scatenato le sue guerre dei dazi
Forse però è un obiettivo ormai fuori tempo. Tra il 2010 e il 2018, secondo Euromonitor, il volume delle vendite è calato del 4 per cento a livello mondiale e addirittura del 23 per cento negli Stati Uniti. Abbastanza da meritare l’attenzione del Wall Street Journal, che da una parte ha informato dei tentativi di rilanciare il prodotto con nuovi approcci (dalla gomma per dimagrire a quella per addormentarsi più facilmente); dall’altra ha teorizzato che a danneggiare le gomme sia stata la diffusione degli smartphone, che oggi hanno la funzione rilassante che in passato era svolta dalle gomme.
Secoli e millenni prima del brevetto di William Sample l’umanità aveva consumato prodotti analoghi
Lo stesso chicle, termine spagnolo per chewing gum, viene dal un tziktli in nahuatl, la lingua degli aztechi. Sia gli aztechi che i maya masticavano la gomma naturale prodotta dal sempreverde Manilkara chicle, e l’invenzione di Sample non è in realtà che un adattamento di questo uso.
Gli antichi greci a loro volta utilizzavano il mastice, tratto dalla resina del lentisco, che lo stesso Ippocrate consigliava, e che i romani mettevano nel vino. E, appunto, 5.700 anni fa anche un gruppo di cacciatori-raccoglitori danesi faceva qualcosa del genere con la pece di betulla. Da una cicca gli archeologi hanno recuperato un dna che ha permesso di individuare il genoma di una donna che è stata ribattezzata Lola. E di cui è stato pure ricostruito il volto: mora, ma con gli occhi azzurri.