lunedì 23 Dicembre 2024
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Gianluigi Goi: “Noi amanti della tazzina vogliamo la qualità, ma non imposta, quella che ci piace bere”

"Cari esperti del caffè: se sbagliamo, magari perché indugiamo un pochino sull’amaro della Robusta e tralasciamo i profumi dell’Arabica, non gettateci nella Geenna caffeicola. Suvvia, un poco di pietà per noi, e un poco di umiltà per voi. Anche perché, ovviamente nei limiti del buonsenso, de gustibus non disputandum est (i gusti non si discutono)."

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Gianluigi Goi è un lettore nonché giornalista affezionato a queste pagine che con la sua esperienza e il suo punto di vista ha contribuito diverse volte proponendo i suoi contenuti sempre interessanti. Questa volta Goi, ispirato da un articolo dell’Osservatore Romano (riportato qui sotto), esprime la sua opinione sul giudizio dei coffee experts che, sempre secondo Goi, appare spesso elitista e carente di umiltà. Leggiamo di seguito l’articolo di Enrico Murrali per l’Osservatore Romano e le considerazioni di Goi.

Verba Manent Cafaearia potio sine cafaeino

di Enrico Murrali

È tardi e temete di non prendere sonno. Al bar, o se preferite thermopolium, dite pure: “Cafaeariam potionem sine cafaeino velim”. Il dotto barista vi presenterà, speriamo, un pocillum, cioè una tazzina, con un buon decaffeinato. Se poi siete davvero salutisti, prendete la vostra cafaeariam potionem “sine saccharo”, “senza zucchero” (sine melle per gli antichi romani; lo zucchero per loro era una spezia rara e costosa). Ma almeno concedetevi che sia macchiato e aggiungete: “sed lacte maculatam”.

Le considerazioni di Gianluigi Goi

“A volte Verba manent (rimangono, restano ferme a farsi leggere o ascoltare) e non volant (volano).  Verba volant è l’occhiello di un profumato articoletto al grato sapore di caffè – una tazzina di un buon espresso decaffeinato, cafearia potio sine cafeino scritto alla latina – che occhieggia di spalla a pagina 8 dell’Osservatore Romano di sabato 8 ottobre 2022 come specifica con la consueta precisione il giornale di papa Francesco.

Un vademecum quotidiano, l’Osservatore, a prescindere dalle considerazioni di carattere religioso, di cultura, a volte di alta cultura che di quando in quando semina anche chicchi sapienziali.

E’ l’invito, questa fragrante breve nota a firma di Enrico Murrali, ad accedere al thermopolium, il nostro bar, con la naturalezza di sempre per ordinare un pocillum (tazzina) magari sine saccharo, cioè senza zucchero come va per la maggiore oggi e – forse i puristi qui storcono la bocca – sed lacte maculatam, macchiato.

Prima di uscire dal thermopolium con la soddisfazione di aver sorbito un caldo caffè appagante, nella scia della lingua latina che declina le parole inserendo fra i generi maschile e femminile anche il neutro, ci permettiamo un invito – da semplice aficionado del caffè e nulla di più – alle cosiddette comunità emblematiche partorite in funzione Unesco che fanno il paio, quanto a difficoltà di comunicazione, con la tassonomia dei meandri legislativi Ue, di cercare per l’appunto nelle differenze il neutro che unisce e valorizza, inglobandole, differenze e sensibilità diverse.

De gustibus non dispuntandum est

E, ancora, cari esperti – a volte solo saccenti capaci di fumosità linguistiche fine a se stesse – insegnateci certo i rudimenti e le basi indispensabili per bere e soprattutto scegliere un caffè di qualità, ma abbassate l’indice accusatorio: non fate come il Di Pietro arrembante e arringante dei suoi bei tempi, noi – intendo i semplici aficionados del caffe, ego quorum – vogliamo semplicemente sorbire un caffe di qualità, ma di una qualità che ci piace, non imposta.

Come a volte sembra vogliate fare. E se sbagliamo, magari perché indugiamo un pochino sull’amaro della Robusta e tralasciamo i profumi dell’Arabica, non gettateci nella Geenna caffeicola. Suvvia, un poco di pietà per noi, e un poco di umiltà per voi. Anche perché, ovviamente nei limiti del buonsenso, de gustibus non disputandum est (i gusti non si discutono).”

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