MILANO – Andrej Godina, dottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè e Mauro Illiano, caffesperto e recensore gastronomico, riflettono sull’importanza delle Guide gastronomiche nell’era digitale declinate nelle app per smartphone e strumenti disponibili sul web su tablet e computer.
I due esperti della tazzina si soffermano sulla Guida dei Caffè e delle torrefazioni d’Italia, la loro creazione divulgativa sulla filiera nel Bel Paese, e di come stia giocando un ruolo fondamentale nel mondo dell’espresso anche grazie all’aspetto tecnologico e inclusivo che la contraddistingue.
C’è di più: in esclusiva per i lettori di Comunicaffè e per un periodo limitato di due settimane è possibile scaricare l’app della Guida delle Torrefazioni a questo link e ricevere gratuitamente l’accesso alla versione premium dell’app. Approfondiamo di seguito l’argomento leggendo le opinioni dei due esperti.
Le Guide nell’era della digitalizzazione
di Andrej Godina e Mauro Illiano
Oggi la nostra quotidianità passa, per la maggior parte delle nostre azioni, attraverso uno strumento digitale, sia esso declinato nelle funzioni di un’app o quale strumento disponibile sul web o nei nostri dispositivi smartphone, tablet e computer.
L’era della digitalizzazione è oramai giunta in una sua fase matura, basti pensare che questa, in termini normativi, ebbe inizio già nel 2005 con il DL 72/2005 afferente la digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Questo riferimento, apparentemente insignificante, è invece rilevatore di una volontà nazionale per il nostro Paese di adeguarsi alle nuove tecnologie e farle proprie al punto da integrare e poi sostituire il precedente sistema analogico, cartaceo o comunque non computerizzato.
Il mondo del food, in genere, è stato sempre un po’ restio alla dematerializzazione. Forse il motivo di questa ostilità è da intravedersi nel naturale bisogno di “toccare con mano” tutto ciò che è in grado di soddisfare i nostri bisogni primordiali, quali possono essere la fame e la sete.
Un avanzamento nell’era della digitalizzazione nel mondo del food
Ancor più logico risulta il voler entrare in contatto con un bene ove questo abbia un valore considerevole. Per intenderci, prima di comprare un vino importante, un appassionato preferisce poterne vedere lo stato di conservazione, toccare la bottiglia, stabilire un benché minimo contatto fisico con essa.
Lo stesso vale, per esempio, per quei viaggiatori che dopo aver letto una recensione di un ristorante che non conoscono, si recano fisicamente a dare uno sguardo al locale prima di prenotare.
Siamo fermamente convinti che ciò accade perché tutto ciò che mangiamo e che beviamo mette in moto dei meccanismi emotivi complessi che stimolano vaste aree del nostro cervello e che richiedono di essere soddisfatti in maniera concreta e non solo virtuale.
Non a caso l’affermazione “siamo quello che mangiamo e beviamo” ci induce a fare una riflessione profonda che interessa non solamente l’aspetto meramente fisico della nutrizione del nostro corpo fatta di carboidrati, proteine, grassi, ecc. ma piuttosto l’influenza che questo ha sulla nostra “anima” ovvero sul nostro stato di benessere e sulla psiche.
Un contesto concreto
Il semplice gesto di bere un bicchiere di vino ha due effetti psicologici completamente diversi, per esempio, in questi due scenari.
Immaginate il primo scenario in cui la porzione di vino è versato in un bicchiere di plastica e viene bevuto in un ripostiglio angusto, piccolo, senza finestre, illuminato con un flebile neon.
Il secondo scenario è completamente diverso, il vino è servito in un calice di cristallo, si è seduti a tavola in un ristorante elegante, luci soffuse e musica di sottofondo piacevole, il tavolo è apparecchiato in modo elegante con una tovaglia men stirata, il vino è sorseggiato in buona compagnia.
Da un punto di vista fisico i due scenari permettono di ingerire la medesima bevanda con lo stesso contenuto calorico e di sostanze chimiche.
Nel secondo scenario, ne converrete tutti, il valore aggiunto per il godimento di quella bevuta sarà assolutamente maggiore. Sicuramente il mangiare e il bere necessitano di un contesto concreto ma richiedono al contempo di rimanere al passo con i tempi della digitalizzazione.
Vivere la digitalizzazione nella gastronomia
Ciò non ostante, l’incessante progressione tecnologica, unitamente all’incredibile accelerazione subita dagli stili di vita come per esempio dall’aumento delle ore lavorative, attivazione dello smart working, globalizzazione di ogni business grazie ad e-shop a portata di smartphone, ecc. ha fatto sì che l’uomo si sia abituato a “vivere il digitale” in tempi piuttosto brevi.
Secondo Data Reportal gli americani passano 4 ore al giorno sul proprio desktop e 3 ore al giorno sullo smartphone. Secondo un rapporto Digital 2022, condotto da We are Social, gli Italiani utilizzano in media 6 ore e 9 minuti della loro giornata connessi alla rete.
Cosa significa tutto questo, o meglio, quali effetti ha generato nel rapporto tra cartaceo e digitale?
Ebbene, il cambiamento nella digitalizzazione è ancora in atto, tuttavia è possibile affermare che le persone nella fascia di età 16-30 anni siano molto più propense all’acquisto ed alla consultazione di beni e servizi su supporti digitali piuttosto che su quelli di vecchia generazione. Rimanendo sul tema delle Guide nel mondo del food, basti pensare che oramai tutte queste conoscono un’ app digitale.
Dalla Michelin al Gambero Rosso, dalle Guide dell’Espresso a Slow Food, fino ad arrivare a Bibenda, tutti hanno deciso di dare importanza e profondità alla propria veste nella digitalizzazione.
Scorrendo queste app è possibile effettuare delle ricerche più veloci, indicizzate ed esaustive di quanto sarebbe possibile avendo la Guida tra le mani. In tal senso il software di ognuna ha maggiori o minori possibilità di essere interrogato su specifiche chiavi di ricerca ed offre risposte in tempi record.
L’effetto generato dal possesso e dall’uso delle apparecchiature elettroniche è la sensazione, per l’utente, di poter utilizzare quello specifico strumento, in maniera pressoché assoluta, sempre, ovunque e con una completezza di informazioni garantita da un aggiornamento costante.
In pratica possedere una Guida dei vini o dei ristoranti sul proprio smartphone significa avere una via preferenziale su cosa è meglio, come poterci arrivare o come poterlo comprare e cosa aspettarsi in termini di degustazione.
Oramai esistono Guide che conoscono solo la versione On-Line, si pensi per esempio alla Guida 50 Top Italy (nelle sue tante declinazioni di categoria) che conta migliaia e migliaia di visitatori ed è disponibile free on web. Digitalizzazione non significa solamente recensione dei prodotti come le guide dei vini o dei ristoranti ma anche tutto ciò che concerne il mondo del food delivery.
Da Just Eat a Uber Eats, da Deliveroo a Glovo, ormai la scelta, l’ordine, il pagamento dei pasti è un qualcosa che passa esclusivamente attraverso una APP o un sito web.
Digitale nel mondo della ristorazione è oggi anche il sito più cliccato al mondo di recensione popolare, il famigerato Trip Advisor che permette di lasciare alla libera consultazione di altre persone la recensione e il voto dato all’esperienza fatta nel locale. Il tutto si innesta in un atteggiamento più generale di tendenza al consumo on demand e consegnato a domicilio, dai beni ai servizi (Amazon, pay per view, ecc).
Senza voler abbandonare il tema che più ci sta a cuore, tuttavia, vale la pena di affrontare il caso della prima Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia, la Guida Camaleonte. Come oramai già sappiamo il mondo del caffè italiano sta vivendo un momento di cambiamento che, lentamente, lo sta traghettando da uno scenario di stagnazione e immobilità a uno di maggiore dinamicità, di maggiore scelta di prodotto, di maggiore cultura.
La Guida del Camaleonte nell’app per smartphone
Andrej Godina: “Se pensiamo al passato all’espresso al bar, quella unica referenza di prodotto che il barista ha scelto di offrire ai suoi clienti, se ci pensate bene, regione geografica per regione, è sostanzialmente uguale e indifferenziato. Nei bar è d’uso utilizzare una miscela di caffè che può divergere tra una referenza e un’altra per la percentuale tra Arabica e Canephora e per colore di tostatura.”
Godina continua: “Andare a prendere un caffè in un bar piuttosto che in un altro generalmente era una scelta motivata non certamente dalla qualità del caffè ma da altri fattori come il prezzo, la presenza di una buona pasticceria, vicinanza, simpatia del personale, ecc. Oggi questa indifferenziazione di prodotto sta lentamente cambiando. Alcuni dei motivi per i quali ciò accade sono la diffusione sul territorio nazionale di molte caffetterie Specialty che propongono caffè assolutamente diversi dalla tradizione, sempre più persone viaggiando all’estero hanno sperimentato caffè differenti e metodi di estrazione diversi, l’ingresso in Italia di player stranieri come Nespresso e Starbucks, il lavoro di promozione della cultura del caffè fatta da piccole e medie torrefazioni presenti sui territori locali.”
Il caffè nell’era dell’informazione
Godina conclude: “Da queste considerazioni, con Mauro Illiano, abbiamo quindi deciso di fare un qualcosa che nessun atro prima di noi aveva fatto, ovvero prendere il modello delle guide di altre merceologie e applicarlo, con i dovuti adattamenti, al caffè”. Per fare ciò, già dalla sua primissima edizione, non potevamo non farlo digitalizzando la Guida in un’app per i dispositivi Android e iOS.”
La Guida del Camaleonte recensisce i caffè delle torrefazioni fornendo a tutti i lettori una scheda di degustazione basata sui flavori che il caffè permette di sentire alla degustazione e nella versione in app permette di ricercare i caffè per nome della torrefazione, nome del prodotto, metodo di estrazione e, funzione di assoluta innovazione nel mondo delle Guide, per Flavore.
Utilizzando la Guida in app voglio vedere le recensioni di tutti i caffè che hanno un flavore di “albicocca”? Semplicemente con un click è possibile farlo così come è altrettanto semplice e veloce essere reindirizzato al sito e-shop della torrefazione per l’acquisto on line.
Uno strumento intuitivo
Mauro Illiano: “Nel 2023 ci sembrava assolutamente necessario consegnare ai nostri utenti uno strumento smart, intuitivo e semplice da consultare. Il tempo che dedichiamo alla nostra vita in formato digitale è oramai spaventoso, dunque poter adoperare uno strumento qual è un’app, anche per fini culturali, per dedicarsi ad una propria passione o un piacere della vita, mi sembra un modo assolutamente sensato e razionale per dare un senso più umano alla tecnologia.”
Illiano continua: “Compriamo on line, lavoriamo on line, leggiamo on line. Scoprire un caffè, poterne leggere il flavore, geolocalizzare la torrefazione e soprattutto poter accedere all’e-shop e comprare quel caffè che ci ha colpiti, tutto questo è molto coinvolgente.”
Illiano conclude: “Ripetere quella stessa ricerca, una volta che quel caffè ci è stato consegnato, sorseggiandolo, diventa un’experience unica. La Guida dei caffè e delle torrefazioni è solo al suo primo passo, ma la strada da percorrere è lunga ed affascinante. Sono sicuro che la nostra veste digitale ci darà ancora grandi soddisfazioni e che la tecnologia ci stupirà con nuove funzionalità tutte da scoprire.”