ORVIETO (Terni) – A leggere il saluto lasciato ai clienti in vista sul bancone, ci si commuove inevitabilmente. Un tuffo al cuore arriva già lungo la via di fronte a quell’avviso – “cessazione attività” – a cui si stenta addirittura a dar credito. Sì, perché per gli orvietani quel tratto di Corso Cavour non sarà più lo stesso senza l’odore della tostatura del caffè, del rosolio di mandorle e del cioccolato, delle mille varietà di spezie disposte con cura sugli scaffali, senza i pescetti di liquirizia e i confetti di zucchero colorato con cui sono cresciute generazioni e generazioni di bambini. Il 21 luglio prossimo, la storica drogheria “Gli Svizzeri”, dopo 148 anni di attività, tira giù le saracinesche per sempre.
Gli Svizzeri chiude i battenti
I titolari, subentrati negli anni Settanta ai fratelli Vomossi nella ditta fondata dalla famiglia svizzera (da cui il nome), non potendo più portare avanti l’attività a conduzione familiare, erano in cerca da diversi anni di un acquirente. Dopo varie trattative, in cui è stato provato in ogni modo tenere in vita le licenze, alla fine Gino Anselmi e la moglie Rosanna, hanno dovuto cedere di fronte all’assenza di interesse.
Troppo impegnative le licenze, soprattutto quelle per gli alcolici
Che, insieme alla torrefazione del caffè e al cioccolato, hanno rappresentato il centro dell’attività della drogheria dal 1864. Ed è così che ben presto, buttati al macero gli scaffali intrisi di storie e di profumi e le scritte retrò che campeggiano da sempre sulle due vetrine lungo Corso Cavour, droghe e spezie lasceranno il posto a lingerie e pigiami. Ad aver acquistato il negozio più antico di Orvieto è, infatti, una nota catena di intimo che aprirà prossimamente, dopo una rinfrescata ai locali.
Diventeranno così cinque i negozi di intimo appartenenti a grosse catene commerciali nel breve spazio di poco più di centro metri. Segno dei tempi moderni che incalzano anche in un centro storico dove sono vietati i fast food, ma dove evidentemente non si riesce a frenare il consumismo e a preservare le attività di un tempo. E’ un mondo che se ne va per sempre.
Eppure agli orvietani mancherà il caffè da acquistare all’etto nell’incarto chiuso dal fiocchetto rosso che è diventato la cifra della drogheria, il rosolio di mandorle da procurarsi ogni anno per le pizze di Pasqua, l’anice stellato e quelle stecche di cannella così lunghe che ormai non se ne vedono più in giro, chiuse come sono in anonimi barattolini tutti uguali sugli scaffali del supermercato.