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giovedì 21 Novembre 2024
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Lavazza, Giuseppe presidente del Gruppo e Alberto passa onorario: “Obiettivo, 4 miliardi di ricavi in 10 anni e capsule più sostenibili”

La prima dichiarazione subito dopo la nomina: "Stiamo studiando per rendere le capsule sempre più sostenibili, in linea con le aspettative del consumatore e anche del regolatore, l’Europa, che sta facendo la parte del leone"

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TORINO – La quarta generazione Lavazza prende posto al vertice: così ha deciso il Consiglio di amministrazione riconoscendo Giuseppe Lavazza (vice presidente dal 2008) come nuovo presidente di un’azienda che è un fiore all’occhiello del made in Italy. Con oltre 60 anni alle spalle dentro l’impresa di famiglia, di cui 15 come presidente, Alberto Lavazza passa alla carica di onorario dopo essere stato l’anello di congiunzione tra la generazione del dopoguerra, quella del «boom» economico e quella del terzo millennio. Ricordiamo che Alberto Lavazza, dal 1962, ha affiancato il padre Pericle, figlio del fondatore Luigi Lavazza.

Lavazza Gruppo
Il nuovo vertice del Gruppo Lavazza: da sinistra Giuseppe Lavazza, neopresidente, Alberto Lavazza, presidente onorario, Manuela Lavazza, Antonella Lavazza figlie di Alberto, Francesca Lavazza, sorella di Giuseppe e Marco Lavazza che è figlio di Alberto

Arriva la conferma della carica come vice presidente a Marco Lavazza e la presenza all’interno del Consiglio delle tre donne Lavazza, Antonella, Francesca e Manuela. Come consiglieri, anche l’amministratore delegato Antonio Baravalle ed Enrico Cavatorta, chief financial & corporate office, cioè il responsabile della finanza.

Completano il nuovo Consiglio di amministrazione di 13 membri, di cui 5 amministratori indipendenti, i riconfermati Robert Kunze-Concewitz, chief executive officer di Campari, Nunzio Pulvirenti, membro dell’Advisory board di Ferrero, e Roberto Spada, managing partner di Spada & Partners.

Nuovi membri indipendenti nel Consiglio di amministrazione: Silvia Candiani, vice president telecommunication Microsoft, e Daniel Winteler, consigliere delegato operazioni straordinarie e business development di The European House Ambrosetti.

Escono invece dal Consiglio Pietro Boroli, vicepresidente di De Agostini, Gabriele Galateri di Genola e di Suniglia, presidente dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Antonio Marcegaglia, presidente di Marcegaglia Steel e Leonardo Ferragamo, presidente del Cda dell’azienda di famiglia.

Si parte dal presente con una cifra che racconta gli ultimi dieci anni dell’attività di quest’impresa di torrefazione: 2,7 miliardi di fatturato raggiunti, così come riporta il quotidiano economico Il Sole 24 Ore.

Giuseppe Lavazza condivide i prossimi obiettivi

Ha così raccontato su Il Sole 24 Ore, l’obiettivo fissato è di raddoppiare ancora la dimensione dell’azienda – così com’è già avvenuto tra il 2000 e il 2010 – e raggiungere così i 4 miliardi di ricavi in prospettiva del prossimo decennio.

Aggiunge su Il Sole 24 Ore: “Il piano di acquisizioni – una all’anno, più o meno – è iniziato nel 2015, per un totale di 2 miliardi di risorse investite. E i prossimi anni, aggiunge Giuseppe Lavazza, «ci vedranno impegnati nella ricerca di nuove opportunità”.

Per quanto riguarda la visione per i prossimi dieci anni, considerato che il 70% dei ricavi dell’azienda sono realizzati all’estero, il neo presidente ha tracciato su Il Sole 24 Ore un percorso chiaro: investimenti e rafforzamento in America e anche in Cina – operazione che è già iniziata con la collaborazione stretta con Yum China con un network di coffee shop – mantenendo però sempre il focus sull’Europa per i futuri sviluppi di Lavazza.

E ancora riportando da Il Sole 24 Ore: “Vogliamo consolidare la nostra posizione su importanti mercati e canali di vendita europei, a cominciare dall’e-commerce. L’ultima acquisizione di MaxiCoffee è un chiaro segnale della volontà di aprire anche questo fronte”.

Il terreno fertile dell’online ha già dato i suoi frutti in quanto è proprio sul digitale che Lavazza ha segnato 100 milioni di ricavi, mantenendo il caffè come prodotto di punta per gli affari

Sul quale il Gruppo si è concentrato potenziando la sua presenza su tutti i canali, dall’horeca al vending. Così come ha rivelato a Il Sole 24 Ore Giuseppe Lavazza, il caffè ha ancora margini di crescita anche per aziende come quella torinese, con la possibilità di assumere un importante ruolo all’interno del mercato.

Questo fa parte della strategia per espandersi, così come la recente acquisizione della francese MaxiCoffee, che ha portato a contare 1.500 risorse in più e 5.500 dipendenti che fanno riferimento al Gruppo Lavazza.

In questo percorso di crescita, fondamentale la spinta all’innovazione e Lavazza non si tira indietro, investendo fondamentalmente in due segmenti chiave: capsule e macchine del caffè

Così ha dichiarato a Il Sole 24 Ore Giuseppe Lavazza: “Stiamo studiando per rendere le capsule sempre più sostenibili, in linea con le aspettative del consumatore e anche del regolatore, l’Europa, che sta facendo la parte del leone” e ancora su Il Sole 24 Ore aggiunge rispetto alla tecnica delle attrezzature: “È un prodotto su cui si può fare grandissima innovazione, a cominciare dalla digitalizzazione, abbiamo creato macchine del caffè in grado di dialogare con il consumatore”.

Insomma la via per diventare più grandi è tracciata, segnata anche dalla liquidità ottenuta attraverso la cessione della partecipazione in Keurig Green Mountain negli Stati Uniti, per circa un miliardo e mezzo. Il Gruppo adesso è pronto ad andare ancora avanti, una scommessa di tutta la famiglia, così l’ha definita su Il Sole 24 Ore Giuseppe Lavazza, per confermarsi come player internazionale su nuove strategie di mercato.

Una strada già avviata per primo dall’attuale presidente onorario Alberto Lavazza, che come lui stesso racconta su Il Sole 24 Ore, ha iniziato a intraprendere insieme al cugino Emilio negli anni ’80, portando il marchio all’estero.

Sia Alberto che Giuseppe Lavazza concludono l’intervista su Il Sole 24 Ore con un cenno al futuro dell’azienda, una “Che possa contare sull’unità della famiglia, che abbia attenzione verso i propri collaboratori e che mantenga sul mercato la qualità del prodotto e l’attenzione all’innovazione. Sono i valori che ho insegnato ai più giovani”.

 

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