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lunedì 04 Novembre 2024
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Folgers, giù utili (-19%) e vendite del n. 1 del mercato Usa

La cattiva performance del business caffè penalizza i risultati di esercizio del gigante alimentare J.M Smucker, proprietario del brand. Il ceo Richard Smucker: “Continuiamo a credere che il caffè sia una categoria di mercato straordinaria”. E intanto Zacks taglia il rating del titolo

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Trimestrale inferiore alle attese per J.M Smucker, che paga i risultati negativi della divisione caffè e, in particolare, del marchio Folgers, il brand più popolare del R&G americano.
Il colosso alimentare Usa ha chiuso il trimestre con un incremento del giro d’affari del 16,4% a 1,45 miliardi di dollari, sul quale hanno inciso favorevolmente le acquisizioni di Big Heart (alimenti per animali) e Sahale Snacks.

Ma il risultato netto è negativo per 90,3 milioni, a fronte di un utile di 118,5 milioni registrato nello stesso periodo dell’esercizio precedente. Anche depurato dalle poste straordinarie, l’utile per azione si attesta a 0,98 centesimi, lievemente al di sotto del consensus di Wall Street.

Sui 12 mesi, le vendite nette segnano un +1% a 5.692,7 milioni di dollari. L’utile netto è in discesa del 39% a 344,9 milioni di dollari, per un eps di 3,33 dollari per le azioni ordinarie.

Principale imputato, il segmento caffè, il business più importante tra tutte le attività di J.M. Smucker in terra americana che comprende – oltre a Folgers – anche altri brand di prestigio, come Dunkin’ Donuts e Millstone Coffee.

Le vendite nette hanno subito un calo dell’1% nel trimestre conclusosi il 30 aprile scendendo a 468,6 milioni di dollari. Nell’arco dei 12 mesi, la flessione è del 4% a 2.076,1 milioni di dollari.

Gli utili netti scivolano a 549,2 milioni di dollari (-14%) sui 12 mesi e a 109,9 milioni (-19%) nel trimestre.

Il tentativo di caricare i maggiori costi del caffè verde sui listini al dettaglio ha determinato un calo del 15% dei volumi di vendita, principalmente determinato dal marchio Folgers, che l’aumento dei prezzi non è riuscito a compensare completamente – si legge in una nota della società.

Folgers ha pagato principalmente “i maggiori livelli di prezzo reclamizzati sugli scaffali per la sua offerta di macinato tostato – si legge in un comunicato – ma anche l’attivismo della concorrenza e la minore efficacia promozionale”.

Non è andata male comunque per tutti i marchi e in tutti i segmenti. Café Bustelo – brand rivolto principalmente alla clientela latino-americana – registra una crescita del 2% dei volumi di vendita nell’ultimo trimestre.

Positivi anche i riscontri sul fronte del porzionato, con vendite nette in crescita del 7%, per merito soprattutto delle K-Cup.

“Le sfide, relative al nostro business caffè, già descritte nei due ultimi trimestri, hanno fatto sì che le vendite e gli utili per azione della società si siano rivelati inferiori alle nostre aspettative iniziali per questo esercizio – ha dichiarato il ceo Richard Smucker – Detto questo siamo tuttora fortemente convinti che il caffè sia una categoria di mercato straordinaria e ci aspettiamo di raggiungere una crescita degli utili di segmento attorno al 5% nell’esercizio 2016”.

A spingere la riscossa dovrebbe essere soprattutto la recente partnership con with Dunkin’ Brands Group, e Keurig Green Mountain per la produzione, commercializzazione e distribuzione, in Usa e Canada, dei serving K-Cup a marchio Dunkin’ Donuts.

“Le prime consegne sono iniziate il 1° maggio e sin qui siamo molto soddisfatti dei riscontri avuti da clienti e consumatori – ha aggiunto Smucker – Prevediamo sin d’ora che le K-Cup Dunkin’ Donuts saranno un driver chiave per la performance e i risultati del segmento caffè nell’arco dell’esercizio 2016”.

Intanto, le deludenti cifre di esercizio di J.M. Smucker hanno portato a un taglio del rating del titolo da parte di Zacks, da buy a hold.

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