MILANO – Condividiamo le nuove riflessioni di Giovanna De Vecchi, amministratore delegato della De Vecchi Giuseppe srl, che torna a parlare di un settore in seria difficoltà e che deve riprendere il giusto ritmo.
Giovanna De Vecchi: “Un caffè per favore”
Questa frase non la dicevo più da tempo, da circa tre mesi.
Sono quattro semplici parole che racchiudono un mondo, il mio. Dall’altra parte un barista gentile e professionale credo sorrida sotto la mascherina e dai nostri due metri di distanza dice ” certo”. I miei occhi scrutano la macchina, la lancia del vapore, il banco bar. Tutto in ordine, tutto perfetto, tutto pulito anche il barista si muove con agilità e mestiere. Piattino, cucchiaino e poi arriva il caffè.
Bere il caffè al bar ha tutto un altro sapore. Quello del gesto, della parola, del convivio
Ho ascoltato i suoni quelli che conosco ormai a memoria ripetuti migliaia di volte. Ho ascoltato le voci quelle di sottofondo e quelle in primo piano. Ho guardato le mani e i gesti del barista mentre macinava e pressava; l’aggancio del portafiltro al gruppo e secondo me uno dei suoni più belli, ma sicuramente sono di parte.
E poi ho assaporato il mio caffè buono, buonissimo. Ne ho sentite tutte le declinazioni sulla mia lingua e nel mio palato.
Ho poi sorriso, sotto la mia mascherina, felice di aver ritrovato un prezioso momento di normalità.