domenica 22 Dicembre 2024
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Giorgio Boggero, ceo di Cellini Caffè: “La nostra attenzione per la sostenibilità e la qualità è sempre maggiore”

Boggero: "La torrefazione può vantare da sempre una gamma di prodotti molto ricca che non è solo quella del classico espresso a cui siamo tutti abituati in Italia. Questo percorso che abbiamo intrapreso grazie a Biova Project, con la birra al caffè frutto dell'economia circolare, nasce dal ripensare interamente il posizionamento della nostra marca. Pensiamo che il caffè sia sinonimo di avventura e, in quanto tale, è una scoperta continua. Incontrare in questo viaggio Biova Project ci ha consentito di guardare il prodotto con nuove lenti facendo di necessità virtù"

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MILANO – La birra artigianale al caffè, frutto della collaborazione tra Cellini e Biova Project, nata dall’utilizzo delle capsule danneggiate, è stata presentata mercoledì 10 luglio a Milano presso la sede di SBAM, la creative agency superpowered by JAKALA di Milano, che ha curato il concept creativo del progetto (ne abbiamo parlato qui).

Di cosa si tratta nello specifico? Il caffè recuperato dalle capsule ammaccate durante il processo produttivo rinasce in una birra di alta qualità: oltre 10.000 capsule altrimenti inutilizzabili, sono state trasformate in 2500 litri di una bevanda alcolica che riscrive le regole del gusto e dell’economia circolare.

Per l’occasione abbiamo parlato con Giorgio Boggero, ceo di Cellini Caffè, che ha illustrato la mission e la posizione dell’azienda nei confronti della sostenibilità.

L’idea del caffè in Italia è spesso associata alla tradizione della classica tazzina ed è difficile presentare innovazioni in questo campo. La birra presentata con Biova Project è anche un progetto pensato per rilanciare lo storytelling del prodotto del caffè e il modo di intenderlo?

“Cellini Caffè può vantare da sempre una gamma di prodotti molto ricca che non è solo quella del classico espresso a cui siamo tutti abituati in Italia. Questo percorso che abbiamo intrapreso grazie a Biova Project nasce dal ripensare interamente il posizionamento della nostra marca. Pensiamo che il caffè sia sinonimo di avventura e, in quanto tale, è una scoperta continua. Incontrare in questo viaggio Biova Project ci ha consentito di guardare il prodotto con nuove lenti facendo di necessità virtù.

Una capsula in alluminio ammaccata che sarebbe stata scartata perché non utilizzabile all’interno della macchina prende nuova vita separando il materiale, riciclabile all’infinito, dal caffè che viene utilizzato per la produzione di una Schwarzbier, una birra molto aromatica e fruttata.

Questo è un percorso di scoperta che Cellini ha intrapreso per avvicinare i consumatori al caffè, il quale è un mondo molto più ricco rispetto a quello che noi da sempre siamo abituati a conoscere. E qui entra in gioco l’aspetto sostenibile in cui un prodotto di scarto ma di ottima qualità e 100% Arabica viene utilizzato per una birra artigianale altrettanto eccellente”.

Come si evolverà la sostenibilità nel mondo del caffè con le nuove tecnologie?

“C’è una nuova normativa che entrerà in vigore alla fine di quest’anno che obbligherà tutti i produttori a mettere sul mercato prodotti la cui origine arriva da piantagioni e lotti che non hanno subito deforestazione. C’è un impulso molto forte dato dalla Comunità Europea di virare in questa direzione. Perciò le aziende dovranno aumentare l’impegno verso la sostenibilità. Il prodotto del caffè nasce dalla fascia sud-equatoriale e il viaggio da questi Paesi per l’Europa è lungo e arduo.

Ci sono molti aspetti connaturati a questa categoria ma estranei rispetto a ciò che possono fare le torrefazioni. In futuro si potrebbero utilizzare navi con propulsori ad idrogeno le quali avranno un impatto ambientale meno incisivo. Inoltre ci sono alcuni piccoli esercizi di produzione nel nostro Paese come nel Giardino Botanico di Palermo in cui c’è una produzione di caffè. Ci sono nuove opportunità in termini tecnologici che offrono diversi spunti di riflessione”.

La sostenibilità va di pari passo anche con l’attenzione verso l’aspetto sociale e il benessere verso i coltivatori di caffè

“Abbiamo un codice etico che richiediamo di sottoscrivere a tutti i nostri clienti e fornitori che certificano non avvenga il lavoro minorile. Non abbiamo una visione diretta in piantagione bensì indiretta con i nostri intermediari di alto prestigio, alcuni dei quali hanno a loro volta delle piantagioni”.

In futuro avete ancora l’intenzione di sperimentare con l’economia circolare?

“Assolutamente sì. Speriamo di avere sempre meno prodotti che debbano essere gettati e la nostra attenzione per la sostenibilità e la qualità è sempre maggiore: lo testimoniano il nostro packaging riciclabile e le capsule compostabili Home Compostable. Per quanto riguarda la circolarità vedremo se troveremo altre opportunità come quella presentata della birra presentata da Biova Project”.

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