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martedì 25 Marzo 2025
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Giappone: viaggio tra caffè freddi in lattina, birra al tè matcha e Pokémon Cafè

Nonostante la popolarità del caffè ready to drink e una maggiore attenzione verso lo specialty con la presenza di catene come Starbucks (tra cui lo Specialty Reserve di Tokyo), Tully’s Coffee, Hoshino Coffee e Excelsior Caffè, il tè matcha rappresenta la bevanda per eccellenza, ben radicata nel Paese grazie ad una cultura millenaria che sfocia nell’antica capitale Kyoto e, più precisamente, a Uji, considerata la città del tè giapponese dove le prime foglie della pianta vennero introdotte nel periodo Kamakura  (1192-1333) direttamente dalla Cina

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TOKYO – La cultura del caffè e del tè in Giappone può essere riassunta con una semplice parola: omotenashi. Questo termine, che in italiano può essere tradotto con ospitalità, sintetizza una profonda dedizione nei confronti del cliente, il quale viene posto al centro di un’esperienza unica in cui la bevanda servita è solo una parte dell’offerta proposta dal locale.

Attraversando il Giappone, l’omotenashi e la cura maniacale, volta ad assicurare un’ottima customer experience, si possono osservare dappertutto: dal caffè servito in uno dei numerosi bar a tema anime e manga, dalla birra al tè matcha tipica degli izakaya (locali simili a pub in cui viene servito cibo e bevande) di Kyoto e persino dalle vending machine caratterizzate, alcune volte, da una suoneria jingle personalizzata a seconda del prodotto scelto.

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Una vending machine situata accanto un piccolo tempio shintoista

Il legame tra caffè e vending machine

E sono proprie le vending machine, jidōhanbaiki, il cordone ombelicale che lega in maniera indissolubile il caffè al Giappone. Secondo il portale Globe Newswire in Giappone esistevano quasi 4 milioni di vending machine nel 2023, approssimativamente 1 per ogni 31 persone, per un mercato di oltre 600 milioni di dollari all’anno.

Uno dei prodotti di punta che non può mancare è proprio il caffè freddo in lattina tra cui spiccano i brand Boss Coffee, Georgia, UCC Black e Demitasse Premium.

Il muro di tazze di caffè allo Starbucks Reserve di Tokyo

Subito dopo le vending machine, i kombini (convenience store) come 7eleven, Family Mart e Lawson, riconosciuti come dei veri e propri tesori nazionali aperti 24 ore su 24, offrono diversi prodotti già pronti a prezzi convenienti (complice anche lo yen ai minimi storici) come onigiri (polpette di riso bianco con tonno o salmone), dorayaki (dolci simili a pancake riempiti da una salsa di fagioli rossi), dolci, caffè, energy drink e barrette proteiche.

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Il tavolino del bar a tema del popolare manga Jojo’s Bizarre Adventure

Molte caffetterie in Giappone offrono inoltre delle esperienze uniche che hanno subito un enorme successo anche nel resto del mondo. È il caso dei cat cafè (neko cafè) dove è possibile gustare una tazza d’espresso coccolando i numerosi gatti presenti in negozio.

Il Capy Neko Cafè Kichijoji

Nonostante il primo store di questo tipo sia nato a Taiwan nel 1998, il Giappone riprese il concept nel 2004 a Osaka rendendo il format uno dei più replicati al mondo. Dopo il 2004 sono nate diversi punti vendita che seguono la stessa filosofia.

Un esempio? Il Capy Neko Cafe Kichijoji dove, insieme ai gatti, è possibile trovare i capybara oppure lo Shiba Inu Cafe a Kamakura.

Lo Starbucks Reserve Roastery di Tokyo

Quando si parla del Giappone è inevitabile parlare della cultura kawaii (tutto ciò che risulta carino) e come si riflette sul caffè.

L’entrata del Pokemon Cafè

In particolare, viene data grande enfasi alla latte art in cui vengono mostrati disegni di grande spessore artistico e, al tempo stesso, orientati ad un pubblico più giovani come le offerte proposte nei Pokémon Cafè (in cui spesso è necessario prenotare con più di un mese di anticipo per entrare nelle sedi di Tokyo e Osaka considerata l’enorme popolarità del brand che ha registrato la cifra di 10,8 miliardi di dollari di vendite al dettaglio nel 2023).

Il tè matcha

La cultura del tè in Giappone

Nonostante la popolarità del caffè ready to drink e una maggiore attenzione verso lo specialty con la presenza di catene come Starbucks (tra cui lo Specialty Reserve di Tokyo), Tully’s Coffee, Hoshino Coffee e Excelsior Caffè, il matcha rappresenta la bevanda per eccellenza, ben radicata nel Paese grazie ad una cultura millenaria che sfocia nell’antica capitale Kyoto e, più precisamente, a Uji, considerata la città del tè giapponese dove le prime foglie della pianta vennero introdotte nel periodo Kamakura  (1192-1333) direttamente dalla Cina.

La birra alla matcha presso il ramen shop Tenkaippin-Chion-In-Temple

La bevanda ebbe subito un grande successo tra le classi nobiliari ed ebbe un posto di rilievo nel Buddismo grazie al monaco buddista Eisai che ne fece uno stile di vita.

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La raccolta del tè a Uji

In particolare esistono tre diversi tipi di tè verde per cui Uji è famosa: il matcha, il tè verde in polvere, utilizzato anche come ingredienti per i dolci e la birra; il sencha, il tè verde più comune e, infine, il gyokuro, tè di qualità estremamente elevata.

Il gelato al matcha al French Cafe di Kyoto

Una delle strutture più famose in cui è possibile scoprire di più sul tè è senza dubbio il Fukujuen Uji Tea Factory in cui vengono organizzati diversi workshop per produrre un classico tè matcha o addentrarsi nei misteri della cerimonia del tè detenuti gelosamente dalle geisha nel distretto Gion di Kyoto.

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