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sabato 02 Novembre 2024
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Gianluigi Goi ritorna con le sue cartoline al caffè: si viaggia nel 700

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MILANO – Un sogno nel cassetto all’insegna dell’espresso italiano la stesura di una lettura teatralizzata con parole, versi e musica per una mostra di pittura che valorizzi il caffè soprattutto come elemento di socializzazione Così Gianluigi Goi torna ad occuparsi di caffè. E lo fa proponendo, attraverso Comunicaffè, una serie di brevi interventi che l’autore definisce “cartoline”.

Non si tratta di un’esperienza fine a se stessa ma l’avvio della realizzazione di un sogno nel cassetto: la stesura di una lettura teatralizzata con parole, versi e musica al caffè e la realizzazione, a cura di esperti, di una mostra di pittura che valorizzi il caffè soprattutto come elemento di socializzazione

Gianluigi Goi torna indietro nel Settecento

Cartolina numero 3 – La salutifera tazza da me ricevi di Gianluigi Goi Lo stretto rapporto che intercorse, nel Settecento, il secolo dei Lumi, fra intellettuali e caffè è cosa ben nota e risaputa che non conta di essere sottolineata più di tanto. E non potrebbe essere altrimenti tenuto conto che < l’ acqua negra > , per dirla alla veneziana, accompagnò costantemente l’attività degli intellettuali illuministi che consideravano la scienza e la ragione imprescindibili elementi propulsivi di progresso civile.

Per loro la nuova cultura, chè tale era, fu soprattutto un modo nuovo di pensare che, letterariamente parlando, si manifestò, fra l’altro, nella divulgazione didascalica delle idee per mezzo di poemetti. A questo filone aderì con impegno e un qualche risultato di rilievo il poeta Giuseppe Colpani, nato a Brescia, (1738 – 1822). Visse quasi sempre a Milano dove fu in amicizia con Pietro e Alessandro Verri e con Cesare Beccaria, come dire fra i massimi esponenti dell’Illuminismo italico.

Tradusse in versi le tesi degli scrittori della fondamentale rivista “il Caffè” ( che ebbe casa nella nostra città ) sforzandosi di renderle accettabili anche a un pubblico mondano e femminile. “ Si colloca – sottolinea il Dizionario Biografico Treccani – all’interno di una letteratura che risponde a un preciso intento didascalico-scientifico che trova la ragion d’essere dell’insegnare dilettando e nello stesso tempo nella ricerca, tipicamente illuministica, di “concretezza” poetica, di un’equazione cioè tra verità scientifica e ipotesi letteraria. Pertanto il suo impegno si realizza soprattutto nella forma del poemetto didascalico “ assumendo peraltro connotazioni personali alquanto precise, in alcuni casi anche contrapposte, alle tesi allora imperanti del Parini.

Sottolineiamo questo aspetto in ragione della evidente polemica che permea il suo poemetto “Il commercio”

Dedicato a Pietro Verri che da par suo lo difese con impegno, in quanto si collega strettamente alla poesia “Il Caffè” di cui riportiamo alcuni versi. Colpisce la modernità del sentire del Colpani, e ovviamente del suo mentore Verri, che esalta il commercio (esplicitamente anche del caffè) “ come segno di progresso e possibilità di contatto tra i popoli e tra le regioni più civili d’Europa.

In tal modo il Colpani mostra di aderire a quel dibattito intellettuale che vedeva in una oculata politica economica, che prevedesse l’unificazione dei mercati e quindi lo sviluppo del commercio e dell’industria, lo strumento primo per realizzare, attraverso la < ricchezza nazionale >, la pubblica felicità”.

“ Nereggiante bevanda / ti sta dinanzi, e il vivido / grato vapor tramanda. / T’offro la colma ciotola / dal sottoposto d’argento: / tu il caldo umor delibane / a facil sorso, e lento. / Dopo il fumoso prandio, / che ferve nelle vene, / ai fermentanti spiriti / quanto propizio or viene! / S’ei morde l’irritabile / fibra co’ sali aguzzi, / or fia che l’acre stimolo / dal cibo si rintuzzi. / Ma pur gran parte esercita / della virtù natia, / ed apre ai sughi gastrici / più agevole la via. / Abbassa quei che sorgono, / vapor confusi e densi, / e il tumulto riordina / dell’anima e de’ sensi. / Dunque la salutifera / tazza da me ricevi, / e il fecondo ringrazia / commercio, a cui la devi ”. (da Il caffè, di Giuseppe Colpani)

*Terza parte (continua) *Le parti precedenti sono state pubblicate il 27 aprile e 17 maggio 2012.

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