mercoledì 22 Gennaio 2025

Gianluigi Goi parla della visita di Papa Francesco a Bruxelles per il caffè del mattino ai meno fortunati

Goi: "In questi tempi tanto travagliati in cui lo spettro nucleare è persino esibito, il richiamo del caffè della fraternità (nobile concetto che unisce a tutto tondo sia il mondo laico che quello cristiano) e della solidarietà di papa Francesco in un microcosmo specchio della multiforme realtà contemporanea apre il cuore alla speranza. L’augurio è che il mondo del caffè, nella sua interezza, continui ad interpretare al meglio il ruolo di strumento e facilitatore sociale sia della fraternità che delle emozioni . Come è successo, al più alto livello a Bruxelles, nel centro cittadino: “ma vicino alle periferie, quelle esistenziali”

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Gianluigi Goi è un lettore nonché giornalista specialista di agricoltura affezionato a queste pagine che con la sua lunghissima esperienza e il suo punto di vista ha contribuito diverse volte proponendo contenuti sempre interessanti. Questa volta Goi esprime le sue considerazioni sul caffè del mattino di papa Francesco a Bruxelles del 28 settembre nel quartiere popolare di Saint-Gilles. Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

Papa Francesco e il caffè del mattino a Bruxelles

di Gianluigi Goi

MILANO – “Nella prima mattinata di sabato scorso 28 settembre papa Francesco, con uno dei suoi fuori programma che mettono in ansia e fibrillazione lo staff al seguito dei viaggi apostolici, essendo presente a Bruxelles si è recato nel quartiere popolare di Saint-Gilles dove ogni giorno la locale parrocchia offre il cosiddetto “Caffè del Mattino” ai meno abbienti, sia stranieri che belgi, che bussano alla sua porta.

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Ne dà conto un servizio (sulla newsletter Vatican News) di Salvatore Cernuzio nell’articolo “Caffè e cornetti con poveri e rifugiati, il Papa a colazione in una parrocchia di Bruxelles”.

Una colazione speciale in compagnia di un gruppo di uomini e donne di Africa, Est-Europa e della stessa Bruxelles che si è svolta nella chiesa parrocchiale di Saint-Gilles, “edificio sacro di metà Ottocento che ogni mattino, su tavoli apparecchiati al centro della navata in stile gotico romanico, offre ‘il Caffè del Mattino’ a senzatetto, rifugiati, poveri del centro città”.

Nella capitale del Belgio, viene sottolineato, “i ricchi stanno in periferia, mentre al centro, a pochi passi dalle sedi istituzionali dell’Ue, ci sono i quartieri poveri e le case popolari”. E Saint-Gilles – evidenzia il parroco congolese, frate minore francescano, da 19 anni in Belgio, Benjamin Kabongo – costituisce “un microcosmo nella realtà generale di Bruxelles”. Fra altre attività d’assistenza significativo l’avviamento al lavoro con la produzione della birra “Biche Saint-Gilles”.

In questi tempi tanto travagliati in cui lo spettro nucleare è persino esibito, il richiamo del caffè della fraternità (nobile concetto che unisce a tutto tondo sia il mondo laico che quello cristiano) e della solidarietà di papa Francesco in un microcosmo specchio della multiforme realtà contemporanea apre il cuore alla speranza.

L’augurio è che il mondo del caffè, nella sua interezza, continui ad interpretare al meglio il ruolo di strumento e facilitatore sociale sia della fraternità che delle emozioni . Come è successo, al più alto livello a Bruxelles, nel centro cittadino: “ma vicino alle periferie, quelle esistenziali”.

                                                                                                          Gianluigi Goi

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