Gianluca Lavacca, anima della torrefazione Il Manovale, sca trainer e campione Roasting 2025, che disputerà i mondiali a Houston ad aprile rappresentando l’Italia, analizza la scena del chicco in Italia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’intervista pubblicata sul quotidiano la Repubblica.
Il futuro del caffè in Italia secondo Gianluca Lavacca
MILANO – Afferma Lavacca a Repubblica: “Il caffè servito in tanti bar italiani, spesso non rispetta gli standard di freschezza, estrazione e materia prima che definiscono un vero caffè di qualità. La causa è duplice: una scarsa formazione dei baristi e la predominanza di miscele con troppa Robusta, che garantisce crema e corpo ma penalizza aromaticità e complessità”.
Ultimo ad intervenire su una polemica sempre attuale, è Gianluca Lavacca: lui, torrefattore pugliese, ama calarsi nel ruolo del “Davide contro Golia” nel mondo complicato di chicchi e miscele. E pazienza se, come cantavano gli 883, “avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè”, sbaragliando la concorrenza e vincendo, a fine gennaio, i campionati italiani di Roasting: infatti toccherà proprio a lui rappresentare l’Italia ai mondiali (World Coffee Roasting Championship) che si svolgeranno dal 25 al 27 aprile a Houston, in Texas.
“Dipende poi da cosa intendiamo per buon caffè”, precisa sempre su la Repubblica. “Se lo valutiamo solo in base al gusto medio del consumatore italiano, la risposta potrebbe essere sì, perché il caffè al bar è radicato nella nostra cultura e molti si accontentano di un’esperienza che risponde alle loro abitudini. Tuttavia, se parliamo di qualità oggettiva, la risposta cambia”.
La sua è una piccola realtà pugliese, “Il Manovale” di Turi, provincia di Bari. Le realtà territoriali – ne è convinto – “producono un caffè dove si privilegiano lotti provenienti da produttori o cooperative, con qualità eccezionale, pratiche sostenibili e tracciabilità completa”.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.