MILANO – Caffè tostato a legna: nell’articolo pubblicato nel numero di ieri avevamo invitato i lettori a dire la loro sull’argomento. E le prime reazioni non sono tardate ad arrivare. Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione di Gianfranco Brumen, esperto di caffè, torrefazione ed espresso.
Facendo seguito all’articolo sulla tostatura a legna, pubblicato nel numero di martedì 3 dicembre di Comunicaffè, non concordo sul fatto che la tostatura industriale lasci il chicco poco cotto all’interno.
Ovviamente tutto dipende dal tempo di tostatura e dal corretto dosaggio del calore.
È noto che ciascun oste decanta il proprio vino ed anche in questo caso prevalgono le ragioni di marketing che fanno balenare i bei tempi andati in cui si tostava lentamente (anche troppo lentamente) con il bel ciocco di legna e vengono evocati quasi sentori di buon cognac invecchiato in botti di rovere.
Comunque confesso che tempo fa mi sono ricreduto sulla tostatura a legna del caffè e che apportando le opportune modifiche alla macchina tostatrice in modo da accelerare un po’ i tempi si riusciva ad ottenere un buon prodotto.
Anche se non con tutte le qualità superlative vantate dagli estimatori della tostatura a legna.
Come dicevo un prodotto equiparabile ad una buona tostatura industriale e adatto per piccole produzioni.
Gianfranco Brumen