MILANO – Torniamo sul tema caffè nella ristorazione, stavolta nel confronto con una realtà nata dalla visione di Giacomo Bulleri a Milano, quando nel 1958 apre la prima trattoria Da Giacomo. Da lì la crescita fuori dalla città, fino a raggiungere 5 ristoranti, un bistrot, una rosticceria, pasticceria, tabaccheri e gastronomia, nonché un Giacomo Caffè dentro il Palazzo Reale.
Per Giacomo Milano, che rappresenta la tradizione italiana nel tempo, cos’è il caffè?
“Sicuramente è un elemento importante, perché radicato nella cultura italiana. Però anche nel caffè come nella cucina siamo partiti dalla tradizione per valorizzarla secondo il gusto e le tecniche moderne, e per questo abbiamo creato la nostra miscela esclusiva di caffè specialty insieme alla torrefazione Cafezal.
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Volevamo una miscela che rappresentasse sia la tradizione italiana del caffè sia l’eccellenza della selezione specialty.”
Quali caffè avete selezionato, quali metodi di estrazione?
“La miscela Giacomo è la stessa in tutte le location, è un blend dove la parte principale è costituita da un’arabica naturale del Brasile, a cui si aggiunge un’arabica Uganda lavata e un’arabica India naturale.
Si tratta di un blend equilibrato, con note di tabacco, cioccolato fondente, caramello a cui siamo giunti dopo numerose prove perché volevamo un caffè di alta qualità ma anche immediato e comprensibile per tutte le tipologie di consumatore.
Al momento facciamo solo espresso ma stiamo valutando come inserire anche filtro e cold brew nell’offerta.”
Quali sono le attrezzature avete scelto per i vostri locali e il caffè?
“Utilizziamo macchine Victoria Arduino di varie tipologie, dalle più classiche come la White Eagle a leva al Caffè fino a macchine più moderne come la Eagle Tempo l Da Giacomo Arengario.”
Giacomo Milano è arrivato anche dentro gli hotel: come avete valorizzato l’offerta del caffè e della colazione?
“Ancora non abbiamo esteso l’utilizzo della nostra miscela agli hotel.”
Al mese, quali sono i vostri volumi di caffè?
“Circa 300 kg.”
A Milano, all’interno del Museo del Novecento e nella sede su Piazza Duomo, la clientela si farà più internazionale: che cosa ordinano di più?
“L’espresso a fine pasto è sicuramente il caffè più ordinato.”
Il prezzo dell’espresso è uguale in tutte le vostre location? E’ un problema il consumatore?
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“No, ma essendo locali d tipo diverso con diverse tipologie di servizio è normale che sia così, pertanto non è qualcosa che ci crea problemi con la clientela.”
Gestire tutte queste anime diverse e complementari: come si riesce?
“Non è semplice ma stiamo cercando di organizzarci e strutturarci sempre meglio, con la creazione di un team corporate a supporto di tutte le unità operative.”
Avete avuto o state avendo, problemi nel trovare personale?
“Come per tutti non è un momento facile nella ricerca del personale, ma crediamo che attraverso giusti percorsi di valorizzazione e crescita dei talenti sia possibile costruire una buona squadra.
Per questo motivo a partire da aprile abbiamo inserito un piano di welfare aziendale che include un bonus spendibile per varie attività dalla salute al tempo libero.
Questo mese invece sono partiti i primi corsi della nostra Accademia, con l’obiettivo di formare il personale e renderlo sempre più partecipe dell’evoluzione dell’azienda. Stiamo iniziando con percorsi di formazione generali e per le soft skills, ma l’obiettivo è quello di arrivare a organizzare una vera e propria scuola dei mestieri dove formare il nostro personale.”