lunedì 23 Dicembre 2024
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Dal b&b alla gelateria: la storia della famiglia Scorla che si reinventa

«Qualcosa si doveva fare», osserva il figlio, il 22 enne Lodovico, «siamo tutti e tre architetti e ci siamo dati da fare per pensare a nuove soluzioni. Così abbiamo sondato il terreno, e scoperto che dal 2017 in questa frazione mancava una gelateria. Non senza difficoltà, per burocrazia e richiesta di finanziamenti, siamo riusciti a fare i lavori sotto il bed & breakfast e a iniziare a fare i gelati da pochi giorni. La risposta della gente è stata notevole»

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CAMPALTO (Venezia) – Locali che chiudono le serrande per sempre di fronte alle ondate di Covid che da più di un anno colpiscono i pubblici esercizi oltre che la popolazione e poi, fortunatamente, locali che aprono nonostante la crisi. Ad opporsi a un contesto tragico, una famiglia che in provincia di Venezia ha voluto inaugurare una gelateria-caffetteria. Leggiamo la storia dall’articolo di Simone Bianchi su nuovavenezia.geolocal.it.

Gelateria: dopo il b&b, la rinascita di alcuni imprenditori veneti

In un periodo difficile come questo, c’è chi non si è scoraggiato creandosi una nuova attività per fare fronte alla situazione economica molto complessa. È il caso della famiglia Scorla di Campalto. Da tempo gestisce un bed & breakfast, ma dall’Acqua granda del novembre 2019 ha visto calare la clientela del 95 per cento.

«Qualcosa si doveva fare», osserva il figlio, il 22 enne Lodovico, «siamo tutti e tre architetti e ci siamo dati da fare per pensare a nuove soluzioni. Così abbiamo sondato il terreno, e scoperto che dal 2017 in questa frazione mancava una gelateria. Non senza difficoltà, per burocrazia e richiesta di finanziamenti, siamo riusciti a fare i lavori sotto il bed & breakfast e a iniziare a fare i gelati da pochi giorni. La risposta della gente è stata notevole».

La gelateria caffetteria Campo Alto si trova vicino al parco Checchin di via Orlanda

«Abbiamo puntato solo su prodotti naturali, con gelati artigianali senza polverine», spiega Lodovico Scorla. «Io e mio padre stiamo al banco, mia madre pensa alla produzione, ma la aiutiamo. Va tanto il celestino (mou, vaniglia e alga spirulina che dà la tinta azzurra) ma anche i semifreddi, con i sette tiramisù presi dalle ricette del trevigiano Linguanotto. Speravo che non si entrasse in zona rossa, ma la nostra è una grande sfida. Speriamo di riuscire a lavorare. Ci siamo organizzati per la consegna a domicilio con speciali contenitori freezer.

Quando torneremo in zona gialla si potranno sfruttare i tavolini anche per la caffetteria, ma abbiamo deciso di non servire alcolici. Se si vuole lavorare, specie in questo periodo, bisogna sapersi reinventare e cercare di offrire alle persone il meglio possibile. I costi sono l’ultima cosa cui pensare. Se garantisco un buon prodotto, a un prezzo giusto, le persone tornano ad acquistare».

Con la zona rossa non si potrà consumare dentro bar e ristoranti, ma si potrà usufruire dell’asporto

Non tutti i locali però lo faranno. C’è infatti chi ha già rinunciato vista la situazione complicata. Per ciò che riguarda le autocertificazioni, è sempre bene averne una con sé almeno in parte compilata, qualora si esca. Ad ogni modo, in caso di controlli delle forze dell’ordine, non averla non provoca sanzioni. Verrà fornita al momento dagli stessi agenti.

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