MILANO – Gelate leggere hanno colpito alcune zone circoscritte della cintura brasiliana del caffè nelle prime ore di domenica 11 agosto. L’evento si è verificato a seguito dell’avanzare da sud verso le aree centrali del paese di un fronte freddo insolitamente forte per questo periodo dell’anno. Il gelo nelle aree di produzione del caffè è generalmente più frequente a luglio.
Si temeva un ritorno del gelo nella notte tra lunedì 12 e martedì 13 agosto. Ma l’allarme è fortunatamente rientrato spingendo verso il basso i prezzi delle borse del caffè, dopo i forti rialzi registrati nella prima seduta della settimana. L’andamento è tornato però a essere rialzista nei due giorni successivi risentendo della forza della moneta brasiliana e dei perduranti timori legati alla siccità (vedi l’aggiornamento alla fine dell’articolo).
L’ultimo episodio verificatosi nella seconda decade di agosto risale al lontano 1978, quando le piantagioni erano concentrate però molto più a sud (cioè più vicine al polo) rispetto a oggi.
Secondo quando riferito dai media brasiliani, le gelate hanno colpito alcune zone dell’Alta Mogiana (San Paolo) e del Cerrado Mineiro, la seconda area più importante di produzione degli arabica, mentre sarebbe stata risparmiata la prima area di produzione, quella del sul de Minas, dove il freddo è stato meno intenso.
L’autorevole sito Noticias Agricolas riporta le dichiarazioni di un produttore dell’Alta Mogiana, secondo il quale l’impatto sarà, questa volta, inferiore rispetto al 2021.
Ma il danno sarà comunque rilevante, poiché sono colpite dalle gelate delle piantagioni che si stavano riprendendo appena adesso dalle gelate di tre anni fa
La stessa fonte – citando la locale federazione dei produttori di caffè – riferisce di freddo intenso – con temperature, in alcuni casi, vicine allo zero – in varie microregioni del Cerrado Mineiro, tra cui Rio Paranaíba, Tapira, Pratinha, Patrocínio, Araxá.
“Sì, abbiamo avuto alcune gelate in aree specifiche” riferisce la cooperativa Expocacer, che opera nel Cerrado Mineiro. “Non è ancora chiara l’estensione del fenomeno, che abbiamo iniziato a stimare tra i nostri associati”.
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