lunedì 23 Dicembre 2024
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Lavazza sperimenta come si possa ascoltare il caffè con la gastrofisica del rumore-musica

Lavazza ha provato a capire come “suona” il caffè, arrivando a realizzare la campagna “Crea la tua sinfonia perfetta”. Accedendo al portale dedicato è possibile infatti fare un test attraverso il quale si arriva a definire il proprio profilo musicale e a ricevere una sinfonia personalizzata, con cui accompagnare la degustazione della miscela Lavazza Qualità Oro, nata nel 1956 e conosciuta in Italia e nel mondo, e della più recente miscela Qualità Oro Caffè d’Altura, entrambe composte da 100 per cento arabica, ma quest’ultima coltivata sui territori montuosi del Centro e Sud America e dell’Etiopia, caratterizzate da note più dolci e aromatiche, fruttate e floreali

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MILANO – Solitamente quando pensiamo a una tazzina di caffè pensiamo al suo profumo, all’aspetto della crema, al corpo sul palato e al suo gusto. Ma se chiudessimo gli occhi all’interno di una caffetteria, oppure dentro casa con una moka sul fornello, dovremmo riconoscere che esiste anche un rumore, una musica quasi, che contraddistingue questa bevanda. Leggiamo di questo nuovo modo di degustazione, uno studio che si chiama gastrofisica, da ilpost.it.

Gastrofisica: come suona il caffè

Talvolta basta pensare a una caffettiera per percepire subito il profumo e il gorgheggio del caffè che sta salendo. Associamo un’immagine a un profumo, a un suono e infine a un sapore. In letteratura l’associazione espressiva tra parole che fanno riferimento alle esperienze di sensi diversi si chiama sinestesia. Nel sonetto Correspondances, Charles Baudelaire scriveva che, come echi, “i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi”.

Esiste anche una disciplina che studia, in particolare, il rapporto tra il cibo e i nostri cinque sensi: la gastrofisica (gastrophysics, in inglese). Charles Spence, docente britannico di psicologia sperimentale dell’università di Oxford, in un’intervista alla rivista BBC Science Focus definisce la gastrofisica come una «combinazione di “gastronomia” e “psicofisica”, che implica lo studio scientifico di come la nostra esperienza con il cibo e con le bevande sia influenzata dai nostri sensi e da ciò che ci circonda, non solo dal cibo stesso».

Partendo da questo assunto, Lavazza ha provato a capire come “suona” il caffè, arrivando a realizzare la campagna “Crea la tua sinfonia perfetta”. Accedendo al portale dedicato è possibile infatti fare un test attraverso il quale si arriva a definire il proprio profilo musicale e a ricevere una sinfonia personalizzata, con cui accompagnare la degustazione della miscela Lavazza Qualità Oro, nata nel 1956 e conosciuta in Italia e nel mondo, e della più recente miscela Qualità Oro Caffè d’Altura, entrambe composte da 100 per cento arabica, ma quest’ultima coltivata sui territori montuosi del Centro e Sud America e dell’Etiopia, caratterizzate da note più dolci e aromatiche, fruttate e floreali.

Nel progetto sono stati coinvolti Sara Lenzi, sound designer ed esperta di sonificazione dei dati, e Painè Cuadrelli, coordinatore del corso di Sound Design dell’Istituto Europeo di Design (IED) di Milano

I due esperti, con un gruppo di studenti di IED, hanno collaborato, unitamente al Training Center Lavazza, per trovare la “sinfonia perfetta” per gli amanti del caffè, cioè un’esperienza “immersiva” musicale capace di amplificarne il gusto. La loro ricerca si basa sui principi della gastrofisica, ma tiene anche conto della personalità del consumatore, valutata attraverso un test psicografico, cioè un test che classifica i consumatori sulla base di interessi, valori e caratteristiche personali.

Inizialmente Lenzi e Cuadrelli hanno degustato le due miscele con il supporto degli esperti Lavazza che hanno raccontato le caratteristiche dei due prodotti: l’acidità più elevata e le note citriche del Qualità Oro e la buona corposità, l’acidità fine e le note fruttate del Qualità Oro Caffè d’Altura. Hanno poi individuato e raccolto suoni riconducibili alle due miscele, vere e proprie suggestioni sonore “ambientali” (come ad esempio musiche tradizionali dei paesi d’origine, ma anche il rumore della tostatura dei chicchi). Successivamente hanno applicato a queste suggestioni i dettami della gastrofisica, traducendo alcune caratteristiche organolettiche del caffè in suoni.

In particolare, specifiche frequenze sono state associate ai cinque gusti che sono considerati quelli di base, cioè il salato, l’amaro, il dolce, l’aspro e l’umami (che deriva dal giapponese “saporito” ed è, ad esempio, il gusto del Grana Padano). Questa tecnica può essere utilizzata sia per creare sinfonie che concordino con i sapori, sia per creare dei contrasti, esaltando magari un sapore minore di un determinato prodotto, che l’ascolto può amplificare.

La gastrofisica: il suono influisce sul palato

Secondo Spence infatti un «condimento sonoro» (sonic seasoning) può influenzare anche notevolmente il nostro gusto, facendoci percepire cibo e bevande in modo diverso: «Puoi aggiungere fino al 15% di dolcezza, acidità o amarezza in più a un cibo semplicemente suonando il giusto tipo di musica». Spence spiega che, ad esempio, per esaltare il dolce si possono utilizzare suoni acuti e tintinnanti , mentre per far sentire maggiormente l’amaro suoni bassi e ottonati. Tutte queste suggestioni sono state infine tradotte da Cuadrelli e Lenzi in tracce musicali grazie alla collaborazione con il gruppo di studenti del secondo anno del corso di Sound Design dello IED.

Accedendo al portale Crea la tua Sinfonia Perfetta, è possibile effettuare un test, che serve a individuare la personalità dell’utente attraverso sei profili differenti per inclinazioni, passioni, esperienze e stati d’animo. A questo risultato è abbinata una traccia musicale personalizzata, una delle sei fra le diverse “sinfonie perfette”: Classica con ritmo, Classica e meditativa, Moderna e energizzante, Moderna e meditativa, Contemporanea e dinamica e Contemporanea e meditativa. La propria “sinfonia perfetta” è scaricabile e dura circa un minuto. E non è un caso: è infatti il tempo che si impiega mediamente per degustare un caffè.

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