MILANO – L’annunciata ripresa produttiva comincia a materializzarsi in Colombia. La conferma dal Gain Report del servizio informativo estero di Usda, diffuso la scorsa settimana. Il documento – redatto e revisionato dagli uffici di Bogotá – ha sensibilmente rivisto al rialzo le cifre ufficiali pubblicate dal ministero americano la scorsa estate.
Il raccolto 2012/13 (ottobre-settembre) è ora stimato in 9,95 milioni di sacchi, con un incremento di quasi il 30% rispetto all’annata precedente.
La ripresa continuerà nel corso del 2013/14, con un raccolto che raggiungerà a fine anno i 10,9 milioni di sacchi, non lontano dunque dalle medie storiche dello scorso decennio.
Tre i fattori all’origine di questo sensibile balzo produttivo.
Il primo è rappresentato dall’entrata in produzione delle piantagioni rinnovate.
Dal 2008 a oggi sono stati rinnovati 533 mila ettari di superficie coltivata, per un totale di 2,8 miliardi di arbusti, di cui 373 mila resistenti alla ruggine del caffè.
Il secondo è l’aumento della densità media di impianto – passata da 5.000 a 5.700 arbusti per ettaro – con un conseguente incremento delle rese unitarie.
La produttività rimane comunque bassa: appena 10 sacchi per ettaro, contro – ad esempio – i 24 sacchi/ha del Brasile.
Il terzo fattore che ha contribuito alla ripresa produttiva è legato all’alternanza del ciclo Enso (El Niño southern oscillation). Con il concludersi del fenomeno La Niña sono venuti meno gli eccessi climatici degli ultimi anni e le condizioni meteo sono rientrate nella normalità.
L’operazione di rinnovo è stata in realtà tutt’altro che indolore. Molti produttori non hanno voluto adottare la varietà Castillo, resistente alla roya, reputandola meno produttiva e di minore qualità, e hanno preferito impiantare arbusti delle varietà tradizionali (non resistenti) applicando le necessarie misure di profilassi fitosanitaria.
Altri hanno scelto una soluzione a metà strada creando una specie di cintura di arbusti resistenti, per proteggere le piante più pregiate.
Il report osserva un’espansione crescente della produzione nei dipartimenti del sud – in primo luogo Huila, Cauca e Nariño – che contano ormai per il 27% della produzione, contro il 19% di una decina di anni fa.
Aumentano i volumi e cresce, di pari passo, anche la qualità.
La riprova nei numerosi successi ottenuti dai produttori di queste regioni in vari concorsi nazionali e internazionali.
A cominciare da Cup of Excellence, la celebre competizione creata dall’organizzazione no profit statunitense Alliance for Coffee Excellence.
L’impegno nel senso della qualità e della sostenibilità è condiviso comunque in misura crescente dai produttori di tutto il paese, come testimoniato dal successo delle certificazioni di filiera bio e/o equosolidali, come Usda Organic, UTZ Certified, 4C e Rainforest Alliance.
Fedecafé calcola che il numero di produttori certificati è più che raddoppiato negli ultimi 5 anni passando dai 68 mila del 2008 agli oltre 160 mila attuali.
L’export 2012/13 è stimato in 8,847 milioni di sacchi ed è destinato a salire a 10,805 milioni nel 2013/14. Circa 775 mila sacchi sono stati costituiti da solubile.
Gli Usa rimangono il principale mercato colombiano, con circa il 42% del totale delle esportazioni, seguiti da Unione Europea (30%) e Giappone (11%).
Il marketing di Café de Colombia è rivolto, in misura crescente, ai mercati emergenti del medio e dell’estremo oriente, nonché dell’Europa dell’est.
Secondo Fedecafé, l’export di caffè speciali ha superato, già nei primi 10 mesi dell’anno solare 2013, la soglia del milione di sacchi, per un totale previsto a fine anno di 1,2 milioni.
Nonostante gli importanti successi raggiunti e la consistente ripresa produttiva, la tenuta del settore è messa a dura prova dai bassi livelli di prezzo attuali, che comprimono drasticamente gli utili e scoraggiano ulteriori investimenti nel rinnovo delle piantagioni e negli input produttivi.
La situazione è stata ulteriormente aggravata dal rafforzarsi della moneta nazione – il peso colombiano – sulla principali valute e, in particolare, sul dollaro.
Di fronte all’ondata di protesta dello scorso inverno, il governo ha deciso a metà marzo l’elevamento del sussidio pagato ai produttori sino a un massimo di 145.000 pesos (75 dollari o 55 euro al cambio attuale) per carga da 125 kg.
I produttori hanno tuttavia lamentato difficoltà nella liquidazione dei sussidi.
Da più parti sono state inoltre denunciate truffe compiute da produttori, che avrebbero falsificato ricevute e altre pezze d’appoggio ottenendo i sussidi su caffè importato di contrabbando, proveniente dal Perù o dall’Ecuador.
Tra le ulteriori misure a sostegno del settore vanno ricordati anche gli strumenti di gestione del rischio a copertura delle oscillazioni dei cambi e l’assicurazione contro i rischi del clima, rivolta soprattutto ai piccoli produttori.