domenica 22 Dicembre 2024
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GAIN REPORT – Come cambia l’industria del caffè in Indonesia: export in calo, crescono i consumi interni

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MILANO – La domanda interna in crescita imprime dinamiche nuove al settore del caffè in Indonesia. La conferma nei dati contenuti nel Gain Report semestrale redatto dal servizio informativo estero di Usda, diffuso dal dicastero di Washington la scorsa settimana.

Le statistiche riportate nel documento evidenziano una crescita annua dei consumi nell’ordine del 6-8%, a fronte di una media storica di incremento della produzione del 2-3% annuo, con una flessione piuttosto marcata nelle ultime due campagne caffearie.

Produzione
Usda conferma le cifre del report annuale della scorsa primavera, con la produzione 2012/13 e 2013/14 (aprile-marzo), rispettivamente a 10,5 e 9,5 milioni di sacchi.

Per quanto riguarda il 2014/15, la stima relativa agli arabica è stata ridimensionata di 100.000 sacchi, a 1,45 milioni, a seguito della siccità in nord Sumatra.

Tale dato – sommato a una produzione di robusta prevista in 7,35 milioni di sacchi – dà un totale di 8,8 milioni di sacchi.

Secondo i bollettini più aggiornati, la pioggia è finalmente arrivata, a partire da metà mese, nell’area settentrionale di Sumatra (comunque precipitazioni leggere) e a Bengkulu (sulla costa occidentale dell’isola), mentre Lampung e Palembang (nel sud dell’isola) seguiteranno ad avere tempo secco sino a fine novembre.

Semarang (Giava Centrale) ha beneficiato sin qui di piogge sporadiche, previste in intensificazione, anche in questo caso, a cavallo tra novembre e dicembre.

I produttori locali temono le possibili conseguenze de El Niño. I meteorologi danno comunque come sempre meno probabile il verificarsi del fenomeno entro l’anno e sottolineano che esso sarà, in ogni caso, di debole intensità.

L’incremento della domanda interna sta intanto incentivando gli investimenti: le superfici coltivate sono in lenta, ma costante, espansione e le pratiche agricole stanno, poco a poco, migliorando.

Export
Secondo il report, l’export 2013/14 è stato pari a 7,8 milioni di sacchi (8,9 nel 2012/13), di cui 6 milioni di caffè verde e 1,8 milioni di solubile.

Per quest’anno è prevista un’ulteriore flessione a 6,9 milioni, con i soli imbarchi di caffè verde in calo a 5,1 milioni di sacchi, mentre le vendite all’estero di solubile dovrebbero rimanere in linea con quelle dell’anno scorso.

In discesa anche le importazioni, che dovrebbero attestarsi a 985.000 sacchi, contro gli 1,08 milioni di sacchi dell’annata passata. In termini disaggregati, l’export sarà costituito soprattutto da solubile (610.000 sacchi) e, in minor misura, da caffè verde (200.000 sacchi) e da torrefatto (175.000 sacchi).

Consumi
Riviste anche le stime sui consumi, che sono state portate a 2,83 milioni di sacchi per il 2013/14 e 2,9 milioni per il 2014/15.

Il caffè tostato rimane la categoria più importante, anche se i suoi consumi appaiono stagnanti, al pari di quelli del solubile.

Molto dinamica, invece, la nicchia dell’alta qualità e dell’espresso, che beneficia dell’espansione del mercato del fuori casa, con caffetterie a marchio ed esercizi indipendenti in vorticoso sviluppo a Giacarta.

Un’altra tipologia estremamente interessante e promettente è quella del ready-to-drink, che assorbe il 20% del mercato e appare destinata a crescere ancora, grazie alla presenza di un numero sempre maggiore di referenze di produzione nazionale, accanto ai tradizionali marchi di importazione.

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