MILANO – Ci sono differenti scuole di pensiero su come conservare il caffè in casa, dove il consumo non può mai essere rapidissimo. Vi proponiamo l’interpretazione, con le relative spiegazioni, data da Gaggia alla soluzione del problema che riguarda milioni di famiglie.
Il caffè reagisce immediatamente al freddo, al calore, alle variazioni di temperatura, umidità e ossigeno. Una volta aperto il pacchetto l’ossidazione inizia, le sostanze volatili si disperdono, gli acidi grassi si trasformano più velocemente e l’umidità viene assorbita.
Il caffè è altamente igroscopico (che assorbe umidità). Dopo la torrefazione, all’interno del chicco si ha dall’1 al 5% di umidità, mentre l’ambiente ne contiene molto di più. Ecco perché l’umidità dall’aria ha un impatto negativo sul suo aroma.
Il caffè, quindi, non deve mai essere tenuto in frigorifero: quando si prende il caffè dal frigorifero, l’aria calda esterna fa condensare l’umidità intorno ai chicchi e a maggior ragione se il caffè fosse macinato ci sarebbe più superficie esposta all’umidità. Gli odori del frigorifero inoltre possono essere assorbiti dal caffè.
Il miglior modo per conservare il caffè è di tenerlo nella sua confezione originale in un posto asciutto e privo di luce, ad una temperatura compresa tra i 15/20° C. Una volta aperto il pacco, l’aria inevitabilmente entrerà. E’ quindi opportuno, una volta prelevata la quantità di caffè necessario, richiudere bene la confezione facendo uscire quanta più aria possibile e sigillare nuovamente la confezione con del nastro adesivo.
La soluzione ottimale sarebbe quella di comprare sempre caffè fresco tostato in grani e di macinarlo secondo necessità preparandolo al momento.