MILANO – A dieci giorni dal primo compleanno della legge anti-fumo, Edi Sommariva, responsabile della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) traccia un bilancio della sua applicazione: «Se per alcune tipologie di locali ha determinato effetti economici pesanti – ha affermato – l’impatto generale è stato comunque positivo e ormai assorbito dal settore».
«L’impatto che la legge ha avuto sul mondo dei locali di ristorazione e intrattenimento – dice Sommariva – ha avuto un impatto in generale positivo e non si sono registrati particolari contraccolpi. Anche tra i clienti – ha aggiunto – il divieto di fumo nei locali è ormai accettato e non fumare è divenuto un comportamento diffuso e naturale».
Dunque per la Fipe l’impatto sembra assorbito senza traumi particolari,. Una volta scongiurato, grazie alla sentenza del Tar dello scorso giugno, il tanto contestato ruolo da sceriffo per i gestori. Che, in base alla legge, avrebbero dovuto
denunciare gli avventori irrispettosi del divieto di accendere le sigarette.
Il bando alle sigarette è ormai generalizzato. Anche se, ha aggiunto Sommariva della Fipe, solo l’1% dei locali è riuscito ad attrezzare due sale distinte per fumatori e non fumatori.
«Troppo costosi gli impianti di aerazione necessari e spesso insostenibili gli interventi edilizi richiesti. Così la quasi totalità ha optato per il divieto di fumo nell’intero locale; senza prevedere un’area per i fumatori».