lunedì 23 Dicembre 2024
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Come ordinare un caffè in terra di Francia: la guida tra i Reversé i Café au lait e i noisette

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MILANO – In un momento in cui il caffè espresso italiano tradizionale è in corsa per il riconoscimento dall’Unesco come patrimonio immateriale, può aiutare gli italiani che viaggiano, una simpatica guida su cosa diventa la tazzina fuori dai confini nazionali. In questo caso, indaghiamo i tanti modi di ordinare l’espresso in Francia. Le varianti di questa bevanda sono davvero tante e per questo, proponiamo una guida per districarsi di fronte ai camerieri francesi.

Espresso: dimenticate la tazzina italiana

E sì, perché in Francia è tutta un’altra cosa. Che non significa per forza demonizzare quello che viene servito in questo Paese. Solamente, abbandonate le aspettative e le pretese di poter bere un espresso come in Italia anche sotto la Tour Eiffel. Sono due culture diverse e quindi, anche due modi di intendere e preparare la bevanda. Niente di male. Ma fate fede a questa premessa.

Un espresso in Francia: molto acido anche nel retrogusto

Prima abitudine che cambia rispetto al rito italiano: in Francia il caffè non si beve in piedi, di fretta, al bancone. Si degusta seduti al tavolo. E altra precisazione che distingue molto i cugini francesi: non esiste un limite al consumo di latte. A ogni ora del giorno e in qualsiasi punto del pasto, il cappuccino si beve come una Coca Cola. Ma cosa ordinare da quella posizione comoda?

Non basta dire “un caffè”

Le distinzioni sono dovute. E potrebbero creare qualche difficoltà di comprensione e traduzione tra un italiano e un francese. I nomi sul menù si moltiplicano (esattamente come funziona anche nei bar dello Stivale), ma non sono gli stessi. Quindi c’è bisogno di un rapido riepilogo di cosa troverete a vostra disposizione.

Cafè au lait: espresso più latte

Un nome che già racconta abbastanza il risultato in tazza. Ma se questo è il vostro ordine, siate preparati a ricevere una ricetta in cui il caffè è in quantità maggiore rispetto al latte. La sua variante meno dietetica poi è il café crème, dove il latte è sostituito dalla panna liquida.

Cos’è un renversé e un noisette

Parliamo di un semplice caffelatte dove il caffè è un personaggio secondario e il latte è assoluto protagonista: ben il doppio rispetto alla bevanda caffeinica. Mentre per quanto riguarda il noisette (lo suggerisce già un po’ il nome), l’assaggio è su un caffè arricchito da un goccino di latte: l’aspetto sembra quello di una nocciola, ma in realtà è un semplice equivalente dell’italiano “macchiato”.

E poi c’è il rallongè

O allongè “allungato”: non è altro che il caffè lungo, dove la quantità dell’acqua è doppia rispetto al caffè. Per gli italiani potrebbe essere una bevanda annacquata, che somiglia un po’ al caffè americano. Non molto in linea quindi ai palati nostrani.

Un dèca: il troncamento di un decaffeinato

E’ vero che i francesi amano abbreviare le parole, ma anche in Italia il decaffeinato spesso diventa solo un “dec” se si ha fretta al bancone del bar.

Il cafè gourmand

Una vera chiusura trionfale del pasto. Infatti questa variante dell’espresso è servito proprio come un dolce a fine pranzo o cena, Una tazzina che arriva in buona compagnia: pasticcini, mousse, crème brulée o macaron.

E poi…l’ espresso francese

E già, anche in Francia esiste il famigerato espresso. Come riconoscerlo? Dalla stessa tazzina che tutti in Italia amano, riempita però fino quasi al bordo. Ci sono anche delle versioni in cui è condito da una mousse, una crema vellutata, ma spesso è frutto di un errore o del caso.

Insomma, se volete davvero bere qualcosa di lontamante simile a un espresso come quello del bar sotto casa, dovrete chiedere un ristretto, con l’accento sulla o.

 

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