MILANO – L’annata caffearia volge al termine e gli analisti affinano le stime a consuntivo. Tra questi anche FO Licht, che ha diffuso le cifre del suo nuovo bilancio globale per il 2015/16. Verdetto? Il mercato mondiale del caffè sarà per il secondo anno consecutivo in deficit, anche se lo sbilancio sarà nettamente inferiore a quello del 2014/15.
L’autorevole analista tedesco quantifica la produzione mondiale in 150,6 milioni di sacchi, di cui 88,2 di arabica e 62,4 di robusta.
Il dato corregge considerevolmente al rialzo (circa 1,7 milioni di sacchi in più) la prima stima di quest’anno, pubblicata a fine maggio.
Ma segna soprattutto un incremento produttivo nell’ordine dei 4 milioni di sacchi rispetto al 2014/15.
Contemporaneamente, i consumi sono cresciuti quest’anno a 152,1 milioni di sacchi, dai 150,3 milioni dell’annata scorsa. Ossia dell’1,2%: un incremento ancora più modesto rispetto al già non esaltante +1,4% del 2014/15 e tuttora inferiore al tasso medio di crescita a lungo termine del 2%.
Ciò determina un deficit di offerta di un milione e mezzo di sacchi, che fa seguito a un ben più consistente deficit di 3,7 milioni registrato nel 2014/15, quest’ultimo intervenuto dopo 4 anni consecutivi di surplus produttivi su scala globale.
L’export mondiale è stimato in 123,5 milioni di sacchi. Per mantenere un elevato livello degli imbarchi i paesi esportatori hanno attinto a piene mani alle loro scorte, che hanno subito un calo marcato.
Caffè vintage all’asta
Rimanendo in tema di scorte, CONAB annuncia di aver venduto il 93% dei circa 70.000 sacchi di caffè arabica provenienti dagli stock governativi, che ha messo all’asta giovedì scorso.
Stando a fonti brasiliane, il caffè collocato sul mercato è vecchio di almeno 7 anni. Gli acquirenti? Principalmente torrefattori del nord e nord-est del Brasile.
Brasilia è tornata a mettere sul mercato parte delle sue scorte strategiche di caffè venendo incontro alle esigenze dell’industria nazionale, che sempre più spesso sostituisce i robusta con arabica di bassa qualità essendo i primi più difficili da reperire e sempre più costosi.
Conab dispone ancora di quasi 1,2 milioni di sacchi di caffè arabica nei suoi magazzini, localizzati principalmente nelle aree di produzione.
Robusta sempre più cari in Vietnam
Prezzi dei robusta in crescita anche in Vietnam, dove l’export, in forte ripresa, ha assottigliato gli stock e le scorte finali si preannunciano in forte calo.
Secondo fonti del commercio, il prezzo del chilogrammo di caffè sulla piazza del Dak Lak (massima area di produzione del paese) ha superato la scorsa settimana la barriera psicologica dei 40.000 dong, ai massimi da circa un anno e mezzo a questa parte.
L’evoluzione è in linea con i rialzi recentemente intervenuti sul mercato londinese. Nello stesso periodo dell’anno scorso, i prezzi si aggiravano attorno ai 35.000 dong/kg. A gennaio 2016 erano scesi a 30.800 dong/kg.
Dollaro condiziona New York
I fattori macro continuano a pesare sull’andamento dell’ICE Arabica, che ha chiuso ieri in marginale declino. Il contratto benchmark è arretrato di 25 punti concludendo la prima seduta della settimana a 150,90 cents per libbra.
L’andamento della borsa newyorchese è stato condizionato dal riapprezzarsi del dollaro nei confronti delle principali valute mondiali, a fronte dell’ipotesi sempre più concreta di un intervento della FED sui tassi americani sin dalla prossima settimana.
Al rally del biglietto verde ha fatto riscontro l’ulteriore indebolimento del real, che riflette la grave crisi istituzionale e politica in atto in Brasile.
L’ultimo Commitment of Traders evidenzia intanto un incremento delle posizioni long dei Non Commercial vicino al 40%, nella settimana al 6 settembre, per una posizione net long di 38.718 lotti, pari a 10.976.381 sacchi.
Diversa la musica all’ICE Robusta, che torna nuovamente in territorio positivo, dopo i ribassi di venerdì.
Il contratto per scadenza novembre è risalito a 1.926 dollari per tonnellata, un solo dollaro al di sotto dei massimi di giovedì scorso.