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mercoledì 02 Aprile 2025
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Fiuri Milano, specialty e fiori: “Ora trai due ci si divide il locale al 50% e 50%”

Uno dei titolari: “Desideravamo accogliere i nostri clienti abituali in attesa di essere serviti. Inizialmente si trattava di uno spazio accessorio che poi in poco tempo e senza che noi l’avessimo preventivato, ha preso piede in maniera esplosiva.”

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MILANO – Caffè e fiori, o meglio, specialty e fiori: questo è Fiuri Milano dove Fernando e Laura hanno deciso di piantare le loro radici e crescere insieme in un’attività che unisce due materie prime, due attività apparentemente lontane tra loro e che al contrario funzionano bene.

Tutto parte dai fiori. Laura appartiene ad una famiglia di fioristi da generazioni. Poi, dopo un viaggio ad Amsterdam e la scoperta di una fioreria che conteneva al suo interno anche una piccola caffetteria, arriva l’idea di provare a fare qualcosa di simile, ma a Milano.

Fiuri nasce così nel 2018, come negozio di fiori dotato di un angolo caffetteria

“Desideravamo accogliere i nostri clienti abituali in attesa di essere serviti. Inizialmente si trattava di uno spazio accessorio che poi in poco tempo e senza che noi l’avessimo preventivato, ha preso piede in maniera esplosiva.”

Il locale è molto personale, dall’atmosfera casalinga, un po’ per contrapporsi a quella Milano che propone locali un po’ blasonati.

“Volevamo creare un ambiente caloroso, con uno stile vintage, che richiamasse gli anni 50-60 e dove sentirsi liberi di spendere quanto si vuole, con semplicità e spontaneità. Il filo conduttore tra una realtà e l’altra, resta il servizio.”

Fiuri ha visto uno sviluppo della parte dedicata al caffè inaspettata

La colazione da Fiuri Milano (foto concessa)

“Siamo cresciuti sia in termini di spazi che di offerta senza che avessimo un piano a riguardo. L’unica scelta sin dall’inizio era quella di fornire prodotti di pasticceria di alta qualità (le brioche sono fresche e artigianali, prodotte da diverse pasticcerie locali) mentre sulla caffetteria partivamo da una conoscenza minima. Non conoscevamo neppure lo specialty.

Soltanto qualche anno fa, abbiamo conosciuto questo mondo.

Gianni Tratzi di Mezzatazza Consulting ovviamente è stato il tramite per approfondire questo prodotto e così abbiamo iniziato ad ampliare la nostra offerta bar, introducendo anche lo specialty come prima miscela.”

Lo specialty non era un rischio di essere respingente?

“In effetti abbiamo avuto una reazione molto forte da parte della nostra clientela, che non è legata alla cultura dello specialty. Non abbiamo fatto scelte drastiche, come quella di non servire zucchero che hanno adottato dei coffee shop specializzati.

Ma da noi non si era ancora pronti a questo passaggio e ce ne siamo accorti subito proprio perché abbiamo costruito dei rapporti consolidati con i nostri clienti, quindi il feedback è sempre immediato e trasparente.

Pian piano così abbiamo compreso che per noi, nel 2021, c’era bisogno di fare un passetto indietro. Ci siamo per questo messi alla ricerca di un caffè che potesse essere un punto di incontro sulla miscela entry level e Cartapani è stata la risposta. Abbiamo ora un 90% Arabica e 10% Robusta, di cui conosciamo tutti i dettagli e caratteristiche.

Per lo specialty, abbiamo deciso di affiancare delle proposte in modo da accontentare anche chi è più curioso, con estrazioni alternative per le single origin sempre di Cartapani che ha studiato una nuova linea di specialty. Ogni mese serviamo delle origini diverse. Abbiamo avuto l’El Salvador, il Ruanda, il Kenya e le facciamo ruotare.

Il caffè per noi è diventato un prodotto che attira la clientela per un consumo quotidiano. Viviamo in un quartiere dove i clienti sono fissi e c’è la possibilità di creare un legame personale. La tazzina nei primi tempi ha fatto da catalizzatore per le persone, che poi facevano ritorno da noi perché sanno dove acquistare piante e fiori.

È stato un po’ un effetto collaterale, un’operazione di marketing riuscita ma in maniera involontaria. Non abbiamo fatto ragionamenti a tavolino: Fiuri è un posto che è nato così un po’ inconsciamente.

Ora tra fiori e caffè ci si divide il locale al 50% e 50%, anche se la caffetteria prende la maggior parte delle energie. Siamo in 4, e io insieme a mia moglie ci occupiamo della gestione del negozio. “

Dopo un po’ di tempo, anche il filtro sta trovando il suo spazio?

“Sì, ed è il segno di un cambio di consapevolezza rispetto alla bevanda, anche attraverso l’organizzazione di eventi di degustazione promossi insieme alla torrefazione, che ci segue molto in queste iniziative. Ora fra i diversi tipi di estrazione (v60, aeropress, mokamaster) abbiamo introdotto anche l’Hoop brevettato da Ceado, che facilita il nostro lavoro dietro al bancone. Stiamo vedendo, in base ai numeri, che la gente inizia a chiedere, è più aperta a bere qualcosa di diverso.

Più o meno consumiamo tre chili e mezzo al giorno di espresso in miscela, mentre gli specialty con filtro sono molto meno, ma comunque in crescita – ora molti sanno anche di cosa stiamo parlando, quando proponiamo queste estrazioni -. Ci troviamo in un luogo di passaggio, quindi il pomeriggio resta la fascia prediletta per sedersi a gustare il caffè. “

Da Fiuri, l’espresso classico in miscela costa un euro e 10

“Ma è destinato ad aumentare per ovvi motivi. Ormai nessuno si aspetta più di trovare un espresso a un euro. Su questo aspetto c’è il fattore strettamente culturale: siamo il solo Paese dove si paga così poco l’espresso, ma ora stanno cambiando le cose e al banco non dovrebbe costare meno di due euro, se si sceglie materia prima di qualità.

I filtri invece li proponiamo dai 3.50 euro in su. Ma già il fatto di servire una tazza diversa dall’espresso, predispone le persone a pagare di più senza storcere il naso. Viceversa alzare l’espresso, porta quasi sempre a delle lamentele: è una questione del tutto mentale.

Abbiamo comunque deciso di mantenere dei costi contenuti perché in fin dei conti non siamo una caffetteria specializzata e non volevamo traumatizzare troppo le persone.”

Il core business però restano i fiori.

“La caffetteria funziona molto bene e cerchiamo sempre di mantenerci formati e aggiornati per offrire un prodotto costante e di qualità. Serve per sostenere un buon flusso di persone, soprattutto nei fine settimana, ma la fioreria resta la vera natura del nostro locale.

Gli stranieri ci hanno colpito: sono in tanti che si trasferiscono a Milano e sanno che da noi possono trovare gli specialty e il filtro. Da Fiuri ci sono dei clienti fissi, degli studenti stranieri, che per sentirsi più a casa e ordinare quello che altrove non trovano (come il matcha, il chai), vengono da noi.

Le attrezzature che avete scelto?

La Faema da Fiuri Milano (foto concessa)

“Da subito per il macinacaffè abbiamo scelto un on demand, (sono tre in tutto) e per l’espresso la Faema E61, perché innamorati principalmente dell’estetica che si sposa bene con il nostro locale, avendo linee vintage ed essendo che è stata replicata a livello estetico con la storica Faema E61.

Per quanto riguarda l’affidabilità si parla di un marchio storico che garantisce prestazioni e assistenza impeccabili. “

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