L’Osservatorio Ristorazione ha riportato una perdita di locali a Firenze pari a -5,3% sul 2022: ciò conferma il capoluogo toscano come la città con più ristoranti falliti in Italia, seguita da Roma (-3,4%) e Milano (-1,69%). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giulia Poggiali per Il Tirreno.
Il settore della ristorazione a Firenze
FIRENZE – Turismo con numeri da capogiro ma i ristoranti fiorentini sono in perdita. Questo il quadro riportato dall’analisi dell’Osservatorio Ristorazione (di Ristoratoretop società che si occupa di marketing e consulenza per attività del settore). La spesa alimentare fuori casa raggiunge gli 89,6 miliardi di euro, ma 28.012 imprese del settore hanno cessato l’attività.
E Firenze si attesta con una perdita pari a -5,3% sul 2022, confermandosi la città con più ristoranti falliti in Italia, seguita da Roma (-3,4%) e Milano (-1,69%). Una doccia fredda per la città, ma che non sorprende Raffaele Madeo, presidente di Tni Ristoratori Italia (Tutela nazionale imprese), che sostiene che la chiusura delle “botteghe del gusto” sia una diretta conseguenza di alcune scelte da rivedere: “Firenze deve fare i conti con un turismo di bassa qualità, diverso rispetto a quello di Venezia. Chi visita la nostra città, tra pochi anni non avrà modo di assaggiare piatti cucinati da ristoranti gestiti da famiglie. Al contrario, se lasciamo che le grandi catene prendano possesso del centro storico, Firenze si trasformerà in un grande centro commerciale, l’ennesima copia di una città americana”.
Le cause
Madeo infatti si riferisce ai colossi dell’industria alimentare statunitense, come Starbucks, la nota catena di caffè e frappè, e Kentucky Fried Chicken, un fast food specializzato nel pollo fritto speziato. Secondo il presidente, entrambi i marchi sono alla ricerca di fondi nel centro storico, dopo le loro recenti aperture avvenute nei centri commerciali e in altre zone limitrofe della città.
“Dobbiamo porre un deciso limite, anche se queste catene garantiscono importanti investimenti. Dopo l’apertura dello Starbucks in via Canova – spiega – si prospetta un periodo di chiusure di bar e pasticcerie. Catene come queste ci mettono poco a conquistare il mercato e le giovani generazioni rischiano di perdere il senso del gusto”, continua Madeo.
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