FIRENZE – Taglieri di salumi e panini speciali, prodotti alimentari di qualità. Il mangificio cui il regolamento Unesco ha detto stop per tre anni, non vale per Old England Store 2 la vendetta. Che ha fatto in tempo a presentare a Palazzo Vecchio la poca documentazione necessaria per far partire il cantiere. Prima che scendesse la mannaia.
E infatti si lavora, in via Vecchietti. Il cantiere sta trasformando quello che per 92 anni fu il regno di tweed, tè e marmalade. Old England Store se n’è andato. Morto senza riuscire a compiere il secolo di storia.
Defunto tra i pochi preziosi sopravvissuti iscritti all’albo dei negozi storici. Gli ultimi resistenti che combattono per l’identità nel commercio globale. Stritolati, spesso, da una concorrenza implacabile che mira più alla quantità che alla qualità. Ma la storia di Old England fa eccezione, nel panorama fiorentino.
Quando Antonio Marcacci, terza generazione dei titolari di quello che in origine si chiamava Emporio Inglese, annunciò l’addio fu un funerale per chi a quell’angolo di Inghilterra fiorentina era affezionato.
Presa d’assalto sotto Natale la vendita speciale di tutto ciò di cui il negozio era pieno: c’erano ancora i loden che trovarli è un’impresa, di questi tempi, a parte per il vicequestore di Manzini, Rocco Schiavone.
I conti si fanno presto: quando non tornano più e si è costretti a mettere anziché prendere, è il momento di cambiare strada. E così, non c’è albo dei negozi storici che tenga: anche il più prezioso pezzo di un mondo in ritirata si piega all’allegro mangificio fiorentino che fabbrica soldi e non buchi in cassaforte. I mocassini college originali non tirano più? Vieni qui che ti vendo una bella fetta di finocchiona a chilometri zero.
La poesia è per i romantici e con le illusioni non si fabbricano gli incassi. La famiglia Marcacci l’ha capito, sperimentandolo sulla pelle. L’Old England Store fu aperto nel 1924 dal nonno dell’attuale proprietario, che aveva già diretto gli Anglo American Stores di via Cavour.
I locali furono ricavati dalla chiusura dell’antico vicolo e della corte collegava via Vecchietti con via Brunelleschi. Si spera che gli arredi verranno salvati nel corso della grande rinascita alimentare, anche se non erano vincolati: eppure erano un pezzo di storia finita anche sul grande schermo. Sono state girate lì alcune scene del «Tè con Mussolini» del grande Franco Zeffirelli.
Così impone la legge del consumo anche a Firenze
Non resta che aspettare, non manca molto. Perché i lavori vanno avanti di buona lena. Più veloci di quanto possa la memoria cancellare le tracce di quel meraviglioso angolo di mondo antico e buono. Goodbye biscottini al burro, a presto panini ghiottissimi. Così impone la legge del consumo. E chi fa commercio le corre dietro.