mercoledì 02 Ottobre 2024

Fipe: “Il 52,2% dei bar ha investito in digitalizzazione e sostenibilità nel 2023”

Lino Enrico Stoppani, presidente della Federazione: “Questi dati evidenziano come i bar italiani stiano affrontando le sfide del futuro con una visione chiara: investire in sostenibilità e tecnologia senza dimenticare la centralità della qualità del servizio e della competenza non solo professionale ma anche manageriale. È essenziale che gli imprenditori siano in grado di misurarsi con un mercato sempre più incerto e competitivo evitando di imboccare scorciatoie che deroghino ai principi irrinunciabili di trasparenza e qualità.  Il bar è un campione del modello italiano di servizio e di convivialità ed è senz’altro il format che più di ogni altro nell’offerta di ristorazione ha saputo interpretare il cambiamento degli stili di vita e di consumo degli italiani“

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ROMA – Negli ultimi dieci anni le imprese che svolgono attività di bar in via esclusiva o principale sono diminuite di 16.160 unità. E su 100 imprese che nascono ogni anno almeno la metà a distanza di 5 anni chiude la “claire”. Sono numeri che confermano la complessità e la difficoltà di gestire un format fondamentale dell’offerta di ristorazione in Italia e che più di altri evoca nel mondo l’immagine della convivialità italiana.

Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia che esprime la capacità di innovazione e di inclusione del bar italiano che nel tempo ha saputo segmentarsi in tanti format per rispondere alle esigenze in continua trasformazione dei consumatori.

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Attualmente sono attivi 132.004 bar in Italia, ovvero il 39,8% delle imprese della ristorazione. Uno su 3 è guidato da una donna ed è significativo anche il numero di bar guidati da under 35 (12,6%). In crescita l’occupazione: in totale sono 375 mila di cui 272.266 dipendenti, aumentati del 6,5% rispetto al 2022. Nel dettaglio le donne sono il 58,9% della forza lavoro dipendente (+6% rispetto al 2022), mentre gli under 30 sono il 41,5% (+4,7% rispetto al 2022). In crescita, nell’ultimo anno, anche i dipendenti stranieri (54.512 unità, +10,1% sul 2022).

La trasformazione dei bar passa anche attraverso gli investimenti: il 52,2% ha investito in sostenibilità e digitalizzazione nel corso del 2023, rinnovando le attrezzature per la refrigerazione (12,6%) e acquistando soluzioni digitali per migliorare l’interfaccia con il cliente (10,9%). Oltre l’82,4% delle imprese ha adottato nuove tecnologie, tra cui POS di ultima generazione, registratori di cassa evoluti e reti Wi-Fi aperte, rendendo i locali sempre più smart e accessibili.

Risulta inoltre evidente come i bar italiani abbiano ormai abbracciato la svolta sostenibile: infatti, l’88% delle imprese ha introdotto misure orientate all’efficientamento energetico: dal più semplice utilizzo di lampadine LED alla più sofisticata attività di sensibilizzazione e formazione del personale volta alla razionalizzazione dei consumi. Buone pratiche ambientali sono state introdotte da 9 bar su 10: dal riciclo e smaltimento dei rifiuti all’’uso di prodotti stagionali e locali.

Ma il trend non si ferma qui: il 49,1% dei bar ha pianificato investimenti per l’anno in corso, con priorità al rinnovamento del banco bar (+14,1%) e agli strumenti digitali come palmari per le comande o totem per consentire ai clienti di fare gli ordini in autonomia (+13,7%).

“Questi dati evidenziano come i bar italiani stiano affrontando le sfide del futuro con una visione chiara: investire in sostenibilità e tecnologia senza dimenticare la centralità della qualità del servizio e della competenza non solo professionale ma anche manageriale ” commenta Lino Enrico Stoppani, presidente della Federazione Fipe. “È essenziale che gli imprenditori siano in grado di misurarsi con un mercato sempre più incerto e competitivo evitando di imboccare scorciatoie che deroghino ai principi irrinunciabili di trasparenza e qualità.  Il bar è un campione del modello italiano di servizio e di convivialità ed è senz’altro il format che più di ogni altro nell’offerta di ristorazione ha saputo interpretare il cambiamento degli stili di vita e di consumo degli italiani.“

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