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giovedì 21 Novembre 2024
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Fipe sui dehors: “Valore per la comunità e driver per gli investimenti: serve una progettazione urbana”

Luciano Sbraga, vice direttore generale di Fipe-Confcommercio: “La proposta di legge va nella direzione auspicata da tempo dalla Federazione e ha i meriti non solo di consacrare lo straordinario valore che ha assunto nelle città italiane la presenza di dehors collegati a ristoranti e caffè, ma anche la volontà di mettere in maggiore connessione Soprintendenze e Comuni, consentendo una migliore valorizzazione degli spazi su cui poter strutturare la somministrazione all’aperto. La pandemia ha fatto emergere con forza un nuovo modo di vivere gli spazi pubblici affidando ai dehors di ristoranti e caffè un ruolo decisivo nella caratterizzazione del paesaggio urbano e nel miglioramento della qualità della vita” 

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ROMA – “Il 42% dei pubblici esercizi, tra il 2020 e il 2023, ha investito per allestire o ammodernare i dehors dei propri locali, per un valore che tocca i 700 milioni di euro. Parliamo di circa 110.000 imprese che hanno agito per rispondere alle nuove esigenze di consumo della clientela nel rispetto dell’interesse pubblico alla sicurezza e al decoro urbano”. Lo ha dichiarato il vice direttore generale di Fipe-Confcommercio, Luciano Sbraga, che è intervenuto in Audizione dinanzi la X Commissione della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 1486 Caramanna sui Dehors.

La posizione di Fipe sui dehors

La proposta di legge va nella direzione auspicata da tempo dalla Federazione e ha i meriti non solo di consacrare lo straordinario valore che ha assunto nelle città italiane la presenza di dehors collegati a ristoranti e caffè, ma anche la volontà di mettere in maggiore connessione Soprintendenze e Comuni, consentendo una migliore valorizzazione degli spazi su cui poter strutturare la somministrazione all’aperto. La pandemia ha fatto emergere con forza un nuovo modo di vivere gli spazi pubblici affidando ai dehors di ristoranti e caffè un ruolo decisivo nella caratterizzazione del paesaggio urbano e nel miglioramento della qualità della vita.”

“A tal proposito – ha sottolineato il vice direttore generale – da sempre sosteniamo la necessità di un cambiamento di paradigma che segni il passaggio dall’attuale occupazione di suolo alla progettazione dello spazio pubblico. Il problema – ha spiegato Sbraga – non sono i Pubblici Esercizi, tantomeno i dehors, ma l’assenza di una progettazione integrata dello spazio urbano in grado di permettere la coesistenza armonica di tutti gli elementi che lo compongono, inclusi i locali con i loro dehors”.

“Una convinzione, questa, confermata anche dalle opinioni di cittadini da cui emerge un giudizio generalmente positivo nei confronti degli spazi esterni di locali, bar e ristoranti. A tal riguardo il caso di Roma è emblematicoNonostante una crescita intensa e veloce delle installazioni di dehors a seguito dell’emergenza sanitaria ed a causa di politiche estremamente restrittive adottate in precedenza , oltre il 70% dei cittadini ritiene che i dehors siano un punto di ritrovo dove prima non c’era nulla, che riqualifichino persino il patrimonio edilizio preesistente, che migliorino l’estetica dell’ambiente urbano e che rappresentino degli importanti presidi di legalità e sicurezza lungo le strade della città”, ha concluso Sbraga.

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