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venerdì 22 Novembre 2024
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Fipe: “Stop all’obbligo del Pos anche per i micropagamenti”

Il vicepresidente dell'Associazione: “I casi sono due : o si cancella l’obbligatorietà per gli esercenti di accettare bancomat e carte di credito per i pagamenti di piccolo importo oppure si azzerano le commissioni fino ad almeno 25 euro. Non si possono obbligare le imprese a lavorare in perdita”

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Aldo Cursano, il vicepresidente di Fipe-Confcommercio, lancia l’allarme e afferma che occorre ripensare gli interventi adottati fino a questo momento ed eliminare l’obbligo del Pos per i micropagamenti. Secondo Cursano, considerati gli svantaggi e lo squilibrio tra costi e margini per gli esercenti, “non è giusto obbligare le imprese a lavorare in perdita”. Leggiamo di seguito le dichiarazioni del vicepresidente.

Fipe contro l’obbligo del Pos per i micropagamenti

ROMA – Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, afferma:  “L’introduzione dell’obbligo di accettare la moneta elettronica anche per pagamenti minimi in cui il costo della transazione si mangia tutto il margine è una forzatura che non ha giustificazione né sul piano economico né su quello sociale.”

Cursano continua: “Bene ha fatto l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli ad esonerare da tale obbligo i tabaccai per l’acquisto di sigarette e valori bollati sulla base di un evidente squilibrio tra costi e margini ma perché le norme rispondano sempre al principio di equità occorre ora intervenire anche sui micropagamenti.”

C’è di più: “Obbligare un esercente a dover incassare i 90 centesimi o l’euro di un caffè con la carta di credito vuol dire costringerlo a lavorare in perdita senza considerare poi anche gli effetti di qualche disfunzione sul piano organizzativo. Occorre ripensare gli interventi adottati fino a questo momento ed eliminare l’obbligo per i micropagamenti”.

“I casi sono due – aggiunge Cursano – o si cancella l’obbligatorietà per gli esercenti di accettare bancomat e carte di credito per i pagamenti di piccolo importo oppure si azzerano le commissioni fino ad almeno 25 euro. Non si possono obbligare le imprese a lavorare in perdita”.

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