MILANO – Dopo la firma dell’accordo del 28 marzo scorso tra Fipe-Confcommercio, l’Associazione ClinicaMENTE e il Gruppo donne imprenditrici della Federazione, è stato presentato a Milano, in occasione della Fiera Host, “Io parlo con il dito”, un progetto che ha l’obiettivo di aiutare le persone affette da disturbi specifici del linguaggio a comunicare quando si trovano in un ristorante o in un bar.
Fipe presenta il progetto “Io parlo con il dito” a Host
Durante l’iniziativa è stata illustrata la “tovaglietta amica” ideata dall’Associazione clinicaMENTE.
Si tratta di una tovaglietta americana di carta che contiene i simboli più comuni relativi all’alimentazione e alla permanenza nei locali come, ad esempio, la forchetta, l’acqua o il bagno. Indicandoli, il cliente riuscirà a comunicare in modo efficace, mentre l’operatore di sala potrà interagire con lui più facilmente e rispondere velocemente alle sue richieste.
La tovaglietta “Io parlo con il dito” si ispira ai princìpi della Comunicazione aumentativa alternativa (Caa), un’area della pratica clinica rivolta a tutti coloro che presentano delle disabilità comunicative del linguaggio, sia permanenti sia temporanee.
Un disturbo, questo, che riguarda in larga parte le persone in giovane età: come rilevato dalla Federazione logopedisti italiani, infatti, attualmente ne soffrono 7 bambini su 100.
La sensibilizzazione sul territorio nazionale
Dopo una prima fase sperimentale realizzata a Milano con il supporto dell’Epam e Confcommercio Milano, la Federazione si è impegnata a diffondere il progetto su tutto il territorio nazionale attraverso una campagna di comunicazione mirata per sensibilizzare i pubblici esercizi e le associazioni sul tema.
La tovaglietta potrà essere personalizzata con il logo della singola azienda e stampata su carta alimentare, seguendo le linee grafiche e stilistiche che verranno inviate alle associazioni e ai pubblici esercizi che aderiranno.
“Ringrazio tutte le istituzioni che hanno sostenuto sin dal principio il progetto della tovaglietta “Io parlo con il dito”, che rappresenta per i più giovani uno strumento di facilitazione e inclusione sociale, per le famiglie l’opportunità di poter usufruire dei servizi di ristorazione senza difficoltà, per gli operatori del settore, invece, un modello di accoglienza e di conoscenza della comunicazione aumentativa”, ha spiegato Elisabetta Ciaccia, presidente di clinicaMENTE.
Uno strumento di inclusione sociale
Ciaccia aggiunge: “Siamo partiti da Milano come città pilota per la promozione della tovaglietta e adesso, grazie al supporto di Fipe, ci apprestiamo a promuoverla in tutta Italia per fare in modo che le attività di ristorazione rappresentino un punto sociale e di accoglienza per bambini e persone con difficoltà del linguaggio verbale. Auspico che la tovaglietta possa essere utilizza da tutti i pubblici esercizi come strumento unico, diffuso e condiviso per agevolare il dialogo e l’inclusività”.
“Siamo davvero orgogliosi di questo progetto sviluppato grazie alla preziosa collaborazione con l’Associazione clinicaMENTE che, dopo il successo del periodo di sperimentazione, approda finalmente su tutto il territorio nazionale”, ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio.
“L’iniziativa incarna i valori distintivi del nostro settore, su cui si fonda anche la celebrazione della Giornata della ristorazione presentata da Fipe quest’anno: l’inclusività e la condivisione con il prossimo. Il nostro obiettivo, infatti, è valorizzare il fondamentale ruolo sociale ricoperto quotidianamente da ciascun pubblico esercizio”, ha concluso Stoppani.
“Questa iniziativa rappresenta un segnale fondamentale nel percorso che stanno facendo i pubblici esercizi: diventare sempre di più luoghi di promozione di valori sociali”, ha commentato Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo donne imprenditrici di Fipe-Confcommercio. “Attraverso il nostro sostegno, infatti, vogliamo diffondere il messaggio dell’inclusività tra le migliaia di imprese che rappresentiamo, affinché tutti – nessuno escluso – possano godere di un momento di convivialità grazie a piccoli gesti di attenzione e premura che siamo in grado di garantire a chi ha maggiori difficoltà”.