domenica 22 Dicembre 2024
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L’allarme della Fipe: «Per i locali italiani è un lockdown che non finisce mai»

La Federazione coinvolgerà l'Anci, Associazione nazionale comuni d'Italia, per ottenere dai sindaci più spazi all’esterno. I calendari delle aperture ripresi dalle parole del Presidente Mario Draghi alla conferenza stampa

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ROMA – “Riaprire solo le attività che hanno i tavolini all’esterno, significa prolungare il lockdown per oltre 116mila pubblici esercizi. Il 46,6% dei bar e dei ristoranti della penisola non è dotato di spazi all’aperto e questa percentuale si impenna se pensiamo ai centri storici delle città nei quali vigono regole molto stringenti. Se questo è il momento del coraggio, che lo sia davvero. I sindaci mettano a disposizione spazi extra per le attività economiche che devono poter apparecchiare in strada ed evitare così di subire, oltre al danno del lockdown, la beffa di vedere i clienti seduti nei locali vicini”.

Così Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, all’indomani dell’annuncio del governo di una parziale riapertura dei locali a partire dal 26 aprile prossimo.

“La data da sola non basta – conclude la Federazione – dobbiamo dare una prospettiva a tutti gli imprenditori. Bisogna lavorare da subito a un protocollo di sicurezza sanitaria stringente, che consenta la riapertura anche dei locali al chiuso e bisogna darci un cronoprogramma preciso, a partire dal 26 aprile. Non c’è più tempo da perdere. Nelle prossime ore chiederemo ad Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni, di collaborare con noi per spingere i sindaci a concedere il maggior numero di spazi esterni extra, in via del tutto eccezionale e provvisoria, agli esercizi che in questo momento ne sono sprovvisti. Sarebbe un bel segnale di unità e di voglia di uscire dal pantano tutti insieme.”

Ecco il calendario delle riaperture, per chi potrà, dalla conferenza stampa del Presidente Mario Draghi

Dunque dal 26 aprile torna la zona gialla. Bar e ristoranti aperti a pranzo e a cena ma solo all’aperto. Resta coprifuoco alle 22. In zona gialla e arancione scuola in presenza. Un pass per spostamenti tra Regioni di diversi colori

Riapriranno anche teatri, cinema e spettacoli all’aperto. Quelli al chiuso potranno essere previsti nel rispetto delle limitazioni di capienza. Resterà in vigore il sistema di classificazione a colori, quindi nessuna di queste aperture sarà ‘irreversibile’. Previste poi, dal 15 maggio la ripresa delle attività per le piscine all’aperto, l’1 giugno l’apertura per le palestre e l’1 luglio l’avvio delle attività fieristiche

Ma entriamo nel dettaglio. Dal 26 aprile tornerà la zona gialla. E lo farà con alcune novità, a partire dalla possiblità per bar e ristoranti di lavorare anche alla sera, ma solo con tavoli all’aperto. Resterà però in vigore il coprifuoco alle ore 22. E poi, in zona gialla e arancione riapriranno tutte le scuole in presenza. Per le zone rosse, invece, lezioni in presenza fino alla terza media e alle superiori l’attività dovrebbe svolgersi al 50% in presenza. Prossimamente dovrebbe essere nuovamente consentita la mobilità tra Regioni. Ma per quelle di diversi colori servirà un pass.

Questo quanto emerso dalla conferenza stampa del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza che ha anticipato le misure del prossimo decreto sulle riaperture.

Pronta già una prima road map delle riaperture con le seguenti date:

26 aprile

– Riaprono bar e ristoranti a pranzo e a cena ma solo all’aperto. Chiusura 21-21.30, coprifuoco 22
– Mobilità tra regioni gialle. Con pass (certificato vaccinale o tampone 24 ore prima o sierologico con cui si dimostra di avere gli anticorpi se si va nelle rosse o arancioni)

– Sport all’aperto
– Spettacoli all’aperto rosso e arancio, nelle gialle anche al chiuso con vecchie regole
– Scuole aperte in giallo e arancione in dad al 50% nelle zone rosse per le superiori
– No vaccini nei parametri per la classificazione delle regioni

15 maggio

– Piscine e terme all’aperto
– Spiagge

1 giugno
– Bar e ristoranti anche al chiuso
– Palestre e piscine al chiuso

1 luglio

– Fiere (forse grandi eventi autorizzati anche prima)

Resterà in vigore il sistema di classificazione a colori, quindi nessuna di queste aperture sarà ‘irreversibile’. “Il governo con questa decisione, basata su dati scientifici, ha preso un rischio ragionato sui dati, in miglioramento, dalla pandemia – ha spiegato Draghi – ma si fonda sull’idea che i comportamenti alla base dei protocolli di riapertura siano rispettati, come l’uso delle mascherine e il distanziamento. Quindi, se i comportamenti saranno corretti, la probabilità che si debba tornare indietro sulle riaperture è molto bassa. Anche perchè la campagna di vaccinazione continua ad andare avanti”.

“La priorità della ripresa andrà alle attività che si possono svolgere all’aperto – ha aggiunto Speranza – Nei luoghi all’aperto è molto più difficile contagiarsi rispetto al chiuso. Un principio che applicheremo nella ristorazione e non solo, e ci riaccompagnerà nella fase di transizione. Con l’auspicio che col passare delle settimane, il miglioramento della curva e l’aumento delle vaccinazioni potremo programmare ulteriori aperture anche per attività al chiuso”.

Aperture, dal prossimo 26 aprile, anche per teatri, cinema e spettacoli all’aperto come confermato dal ministro della Cultura Dario Franceschini. Quelli al chiuso potranno essere previsti nel rispetto delle limitazioni di capienza.

Come dicevamo si lavora poi all’istituzione di un pass che attesti la sussistenza di una delle seguenti condizioni: avvenuta vaccinazione, esecuzione di un test Covid negativo in un arco temporale da definire, avvenuta guarigione dal Covid. Chi ottiene il Pass avrebbe la possibilità di spostarsi liberamente nel territorio nazionale e accedere a determinati eventi (culturali, sportivi).

Nel corso della conferenza stampa, Draghi ha poi rinnovato ancora una volta la fiducia in Speranza dopo le accuse di una parte del Governo nei suoi confronti e alcune ‘voci’ di stampa che parlavano di una sua imminente sostituzione: “Le critiche a Speranza non erano né fondate né giustificate. Confermo ancora una volta che lo stimo e l’ho voluto io nel Governo”.

 

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