FIRENZE – Il prezzo della tazzina di caffé in Toscana non cambia (da 90 cent a un euro). Ma i bar fanno sempre più fatica a far quadrare i conti: questa la denuncia di Fipe-Confcommercio Toscana, che lamenta l’aumento delle materie prime, dei costi d’esercizio, della pressione fiscale.
Fipe-Confcommercio Toscana, dalla parte degli esercenti
Oggi i bar toscani, si legge in una nota, sono oltre novemila. Con oltre 100 milioni di consumazioni all’anno, 1,2 mln di clienti solo al mattino. E 23 mila occupati di cui il 60% donne.
“Nell’ultimo anno – ha dichiarato il presidente di Fipe Toscana, Aldo Cursano – la dinamica dei prezzi nella caffetteria si è mantenuta largamente al di sotto dell’inflazione. Ma questo tentativo di non ritoccare i listini comporta una progressiva erosione degli utili delle imprese, che hanno già difficoltà evidenti a sopravvivere.
Figuriamoci ad investire per innovarsi, come invece il mercato richiederebbe. Gli operatori però sono consapevoli del fatto che in questo momento non è possibile applicare aumenti senza penalizzare eccessivamente il consumatore, e quindi determinare un ulteriore calo degli affari”.