La notizia non è nuova, ma in questo articolo l’argomento sulla quantità di caffeina ammessa ogni giorno viene affrontato in modo critico ma con i conti esatti, non le 2 o 3 tazzine (confuse con tazze estratte all’americana o fatte con la moka) proclamate erroneamente altrove. Ve lo proponiamo. L’autore, per il Fatto Alimentare, è il Biologo nutrizionista Fabio di Todaro
di Fabio di Todaro*
«Dosi singole di caffeina fino a duecento milligrammi e dosi quotidiane anche doppie non destano preoccupazioni in termini di sicurezza per gli adulti». Con queste poche righe l’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), ha rassicurato tutti gli italiani che a colazione, a metà mattinata e dopo pranzo amano sorseggiare una tazza di caffè caldo.
Sebbene il parere sia in attesa di ricevere commenti fino al 15 marzo, le conclusioni appaiono abbastanza realistiche. Una tazzina di caffè, di norma, contiene meno di cento milligrammi di caffeina.
Dosi inferiori si riscontrano nel caffè decaffeinato (3 milligrammi), nel tè (20 milligrammi), nella cioccolata calda (4 milligrammi) , in un bicchiere di bevanda analcolica (dai 20 ai 60 milligrammi), in alcune bibite gassate e nei ai drink energizzanti o a base di guaranà.
L’EFSA traccia un quadro preciso anche per bambini, adolescenti e donne in gravidanza
Nelle 112 pagine del documento, gli esperti hanno esaminato le interazioni tra la caffeina e altri composti. A partire, per esempio, da quelli contenuti negli energy drink.
Secondo l’autorità europea «è improbabile che la caffeina interagisca negativamente con altri componenti delle bevande energetiche: come la taurina, il D-glucuronolattone o l’alcol». Una dichiarazione che conferma quanto già dichiarato su questi additivi in un parere risalente al 2009.
Anche in quel caso l’Efsa aveva sostenuto che, nei limiti indicati, non c’era motivo di preoccupazione dal punto di vista della sicurezza. Ciò nonostante, però, gli esperti continuano a non ritenere gli energy drink adatti al consumo, relativamente ai minori, alle donne incinte e in fase di allattamento e a tutte le persone suscettibili alla caffeina.
Lascia perplessi il parere dell’EFSA riguardo all’interazione tra caffeina e altri ingredienti presenti negli energy drink
Altri due passaggi del dossier sono dedicati a bambini (3-10 anni) e adolescenti (10-18 anni) «l’assunzione quotidiana di tre milligrammi di caffeina per chilo di peso corporeo – all’incirca mezza tazzina di caffè per un bimbo di venti chili – è esente da rischi». Una quantità da non superare, però, perché come spiega Franco Contaldo, ordinario di medicina interna dell’Università Federico II di Napoli, «lo sviluppo del cervello si completa dopo la maggiore età e fino a quel momento gli eccessi di caffeina vanno evitati. No, dunque, al ricorso continuo al caffè o al tè per affrontare le ore di studio».
Quanto alle donne in gravidanza, la raccomandazione è di non superare dosi pari alla metà di quelle indicate per tutti gli altri adulti: meglio dunque fermarsi al di sotto dei duecento milligrammi di caffeina al giorno (due tazzine di caffè). In attesa di ulteriori riscontri, il dato diffuso in risposta a diversi studi che correlavano l’esposizione alla sostanza a un più alto rischio di basso peso alla nascita del neonato, ha anche frenato le raccomandazioni fornite dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che finora aveva parlato di «300 milligrammi di caffeina al giorno per le donne incinte».
L’ultimo passaggio del report è dedicato agli sportivi. «Dosi singole di caffeina fino a 200 milligrammi non destano preoccupazioni per la sicurezza degli adulti, anche se consumate meno di due ore prima di un esercizio intenso». Gli esperti sono certi di un effetto additivo allo sforzo fisico nell’aumento della pressione sanguigna, ma nulla di preoccupante.
Il documento è stato diffuso al culmine di un periodo che ha visto la diffusione di diversi studi riguardanti le presunte proprietà benefiche del caffè. Oggi si parla di una possibile riduzione del rischio di sviluppare il diabete di tipo II e i tumori al fegato e all’endometrio e si esclude una correlazione tra il suo consumo e i casi di infarto del miocardio e tumore al seno.
«Tutti i dati recenti, che hanno correlato il consumo di caffè al rischio di sviluppare tumori e altre malattie, sono rassicuranti – afferma Alessandra Tavani, responsabile del laboratorio di epidemiologia delle malattie croniche dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano -. Ciò non vuol dire, comunque, raccomandarne l’assunzione allo scopo di proteggere la propria salute. Possiamo però affermare che il consumo di tre tazzine al giorno, in persone sane, non costituisce un rischio per la salute, ma potrebbe addirittura migliorarla».