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Filippo Ciantia. I Cluster di Expo, piccole gemme

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di Andrea Proietti
I Cluster sono una delle novità di Expo Milano 2015: i nove padiglioni collettivi sono organizzati secondo criteri di identità e filiere alimentari.

In occasione della riunione del 25 settembre abbiamo provato a guardare a quest’esperienza nella prospettiva dei tre assi cardinali, il passato, il presente, il futuro, con Filippo Ciantia (FOTO), Director Africa, Non Official Participants, Cluster & Best Practices.

Per prendere parte a questa Esposizione Universale i Paesi hanno potuto scegliere di costruire un proprio Padiglione, oppure di intervenire attraverso un innovativo modello di partecipazione: i Cluster di Expo Milano 2015.

Si tratta di un progetto architettonico che racchiude più Paesi accomunati dalla produzione di un particolare alimento o interessati a sviluppare un tema specifico, una filiera, un’eccellenza.

Partiamo dal retroterra, guardiamo al passato. È la prima volta che viene inaugurata una formula come quella dei Cluster, giusto?
Certo, la novità è di mettere insieme i Paesi facendoli lavorare sul tema, cioè spronandoli – dal punto di vista architettonico, dell’esposizione e delle attività – a mettere al centro il Tema. Sempre di più le Esposizioni Universali si concentrano su una determinata tematica, capace anche di enfatizzare l’attenzione dei visitatori. Per quattro anni abbiamo lavorato per coinvolgere tutti questi Paesi.

Qual è stato, in questi quattro anni, l’ostacolo più difficile da scavalcare?
L’ostacolo più difficile è stato superare la resistenza al cambiamento. Far collaborare Paesi, imprese, industrie, università, la società organizzatrice, è stata la sfida più grande: far nascere un nuovo paradigma di collaborazione. È la vera natura di questa formula, creando un “villaggio” con cittadini e con gestori che convivono per la prima volta, qui.

Arriviamo al presente. È soddisfatto dei dati d’affluenza?
Straordinari, c’è stato un bellissimo articolo di Paolo Madeddu a tutta pagina sul Corriere della Sera un mese fa dedicato ai Cluster con un titolo che trovo azzeccatissimo: “Piccolo è bello”. L’affluenza a Expo Milano 2015 è costantemente aumentata, quindi i visitatori che prima si fermavano solo nei grandi Padiglioni, sono andati alla scoperta anche di queste piccole gemme (perché le gemme sono sempre piccole) che li hanno sorpresi: tanti piccoli Paesi con cose meravigliose.

Sono rimasti sorpresi anche i giornalisti? Citava prima il Corriere della Sera, ma in generale come è stata la rassegna stampa?
Benevola, corposa, ricchissima! I giornalisti hanno il compito di individuare le novità e le cose più preziose, anche le meno visibili, per interessare i propri lettori. Abbiamo rassegne stampa buona, generosa, e improntata alla simpatia – cosa che con la stampa non è sempre facile ottenere.

E ora parliamo del futuro. La formula dei Cluster è replicabile anche nelle prossime Esposizioni Universali?
La prossima Esposizione Universale sarà a Dubai, a tema “Connecting Minds”. Connettere le menti. Il fulcro dell’attività dei Cluster è stato proprio quello di mettersi insieme con uno scopo comune. Una grande sfida, chissà se la raccoglieranno. Di sicuro è replicabile, si potrebbe fare.

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