MILANO – La politica si schiera a fianco del mondo italiano del caffè, a fronte delle gravi difficoltà dei mercati: l’iniziativa arriva direttamente dal deputato leghista Mirco Carloni, presidente della commissione Agricoltura, che assieme al segretario della Lega e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha incontrato mercoledì il presidente dell’Altoga, Associazione Torrefattori e Grossisti Alimentari, Davide Licchelli. Al centro dell’incontro la preoccupazione per le gravi difficoltà che attanagliano il settore.
“La Lega, al fianco del suo segretario, lavorerà per trovare una soluzione: bisogna creare misure di tutela per la filiera del caffè, che è in balia di pochi grandissimi operatori, in particolare per le piccole e medie imprese italiane, che rendono il caffè italiano uno dei prodotti più celebrati e consumati al mondo” ha dichiarato Carloni citato da Askanews.
“Come se non bastassero le criticità derivanti da certe normative Ue, i problemi si accumulano – ha detto ancora Carloni nella dichiarazione riportata da Askanews – Scarsità del prodotto, difficoltà logistiche causate dall’impraticabilità del Canale di Suez, speculazione mondiale e, infine, l’entrata in vigore dell’Eudr al 31 dicembre, che complicherà ulteriormente la situazione, impedendoci di procurare caffè non certificati”.
“Gli speculatori nel settore sono rappresentati da produttori che trattengono il prodotto per aumentare i prezzi, da trader multinazionali che, da semplici intermediari, sono diventati attori speculativi, e da operatori finanziari di vario tipo che traggono vantaggio dalla scarsità, amplificando il fenomeno”, ha concluso Carloni, sempre citato da Askanews.
Carloni ha promesso il sostegno del governo alla filiera: vedremo quali saranno le iniziative concrete possibili, nell’immediato e a medio-lungo termine.
I mercati del caffè virano intanto al ribasso, dopo i forti rincari di questi ultimi giorni. Nella giornata di ieri, giovedì 6 marzo, entrambe le borse hanno subito perdite pesanti, maggiori sul fronte degli arabica
A New York, il contratto per scadenza maggio ha perso il 5,6% precipitando a 387,15 centesimi.
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